Chi vuole leggerlo per esteso (in inglese, of course) può trovarlo qui
https://www.jidonline.org/article/S0022 ... 2/fulltext
Le sintesi giornalistiche di ricerche scientifiche lasciano sempre il tempo che trovano, ne abbiamo conferma ogni giorno per gli articoli sul Covid. Qualcuno ricorda lo studio sugli UV che uccidono il virus, frettolosamente interpretato dai giornali con "il solleone farà finire tutto" per dare il liberi tutti subito prima delle ferie?
Come è stato detto, lo studio non è centrato sui naturisti. Vengono sottolineati gli aspetti salutari di un'esposizione adeguata al sole stigmatizzando semmai forme di dipendenza legate ad esempio all'uso dei lettini solari o a chi va in spiaggia esclusivamente per l'abbronzatura, piuttosto che per socializzare o fare sport.
Premesso che non mi intendo di queste cose, quello che ho capito è che di tratta di uno studio su un certo numero di Inglesi di ascendenza europea (leggi bianchi) tra cui quelli di una banca dati sui gemelli particolarmente importante perchè hanno un corredo genetico uguale. Sono state esaminate le giornate passate al sole in UK e le settimane all'estero, pesando opportunanente gli effetti della collocazione geografica, dello status economico e della propensione familiare (importante ovviamente più da piccoli che da adulti). E' risultata una correlazione tra maggior tempo a stare al sole e alcuni geni che hanno a che fare con la propensione alle dipendenze e alle attività rischiose. Alcuni di questi geni sono però tra quelli correlati anche alla predisposizione al melanoma.
Le conclusioni dell'articolo sono
In sintesi, abbiamo svelato una base genetica per il comportamento di ricerca del sole, dimostrando che la ricerca dell'esposizione ai raggi UV non è influenzata esclusivamente da fattori ambientali [se vivi in Scozia o nella solatia Cornovaglia

]
o sociali [la possibilità economica di viaggiare in paesi soleggiati]
e, cosa importante, abbiamo identificato determinanti genetici condivisi con la dipendenza, altri tratti comportamentali e funzioni cognitive. I risultati di natura tossicomanogena del comportamento di ricerca del sole sono rafforzati dall'associazione dei loci di CADM2 e TMEM182 [si tratta di roba genetica]
con tratti di dipendenza come l'uso di cannabis, l'abuso di alcol e il fumo.
Pertanto, affrontare l'eccessiva esposizione al sole potrebbe essere più impegnativo, in quanto dipende da caratteristiche genetiche intrinseche che portano a questo comportamento a creare dipendenza. Sarebbe utile per il pubblico per essere consapevole che può avere una predisposizione a pratiche non sicure con il sole, in quanto potrebbe rendere le persone più consapevoli del loro comportamento rischioso. Questo potrebbe essere usato per implementare nuove strategie per controllare l'eccessiva esposizione al sole.
Gli stessi autori riconoscono però che lo studio è basato su autovalutazioni degli stessi partecipanti. In altri termini nessuno è andato a controllare quanto sono stati davvero al sole. A mio avviso invertendo il discorso si potrebbe quindi anche dire che chi ha predisposizione alle attività rischiose e alle dipendenze ha un carattere "sborone" che lo porta anche a vantarsi di queste attività, magari sovrastimando il tempo passato al sole.