Trovo molto interessanti le tue riflessioni, Zyrquel.
Fai bene a riferirti in maniera puntuale a degli aspetti specifici del Naturismo, che ha una sua precisa filosofia fondativa che non va tralasciata. Ma a distanza di più di un secolo dalle prime formulazioni, l'idea leggermente utopistica di tradurre il riconoscimento del valore intrinseco della nudità nella proposta di una vita sempre nuda non sembra essere più centrale tra i fini del movimento. Anzi posso dire senza timore di sbilanciarmi che la nudità viene oggi proposta più in linea con l'uso antico e medievale, come tu la intendi: non un obbligo di vivere sempre nudi, ma la naturalezza di non usare i vestiti dove essi appaiono superflui o addirittura d'impaccio.
In ogni caso credo che continui ad esistere un valore intrinseco della nudità, che il Naturismo è essenziale nel riconoscere e ricordare alla società odierna: per fare piena esperienza del proprio corpo, per avere la piena percezione sensoriale di esso, ed anche una buona consapevolezza psico-fisica, è indispensabile sperimentare la nudità. E il Naturismo la riporta in un campo più ampio rispetto alle sole attività del lavarsi e del sesso: non solo a contatto con la Natura, capace di darci emozione e senso di appartenenza ad essa, che è un fatto più personale, comunque la si pensi al riguardo; ma anche nella relazione con l'altro, quando la nudità è condivisa.
Per quanto concerne invece la negazione del "surplus" culturale nella relazione tra l'uomo e il mondo, trovo difficile pensare che questa modalità sia intesa in senso totalizzante ed esclusivo. La nudità vissuta in ambienti naturali riesce davvero a far emergere il senso di una insopprimibile appartenenza dell'essere umano al mondo naturale, mettendoci in contatto con aspetti della nostra indole non mediati dalla sovrastruttura culturale che portiamo con noi. Ma questo non significa cancellare la sovrastruttura culturale, il che sarebbe estremamente difficile, se non impossibile.
In ultimo, sono felice che tu voglia contribuire ad edificare un ambiente sano ed equilibrato nelle nostre spiagge, che è una cosa essenziale per la corretta comprensione e diffusione del messaggio naturista. Per quanto riguarda la spiaggia dei trecento gradini di Gaeta, che poi è
l'Arenauta, è una spiaggia che amo e frequento da tempo. Sarei felice di continuare la conversazione anche dal vivo in quel luogo incantevole, e però non del tutto esente dai problemi che mi pare di capire hai riscontrato in altre spiagge laziali.