La Repubblica del 12/09/2018 - Perché proviamo vergogna? Per difenderci
Secondo lo studio, guidato da Daniel Sznycer, la vergogna sarebbe un meccanismo di difesa sociale, comune a tutti gli esseri umani ed a tutte le culture.
Da un punto di vista evoluzionistico, per i nostri antenati il giudizio altrui, quello del gruppo in cui vivevano, era fondamentale per la sopravvivienza, perché la mancanza d'aiuto del gruppo in molte situazione avrebbe significato la morte.
L'intensità della vergogna viene calcolata in forma innata ed è proporzionale al rischio di emarginazione da parte del gruppo.
Altre info sullo studio si trovano qui: Neuroscience News.com del 11/09/2019 - The Universality of Shame
Mentre mi è chiaro perché da un punto di vista evolutivo potrebbe essere conveniente vergognarsi di rubare o di ingannare gli altri membri del gruppo, mi sfuggono le motivazioni della vergogna legata alla nudità del proprio corpo e di quello altrui.
Probabilmente la vergogna si è evoluta più di recente rispetto all'apparizione degli indumenti e forse c'è il solito legame con al sessualità.
Sarebbe interessante suggerire ai ricercatori di approfondire anche questo aspetto.
Per chi è interessato al tipo di studio è possibile scaricarne uno dello stesso gruppo di ricerca:
Evolution and Human Behavior 39 (2018) - The true trigger of shame: social devaluation is sufficient, wrongdoing is unnecessary
Traduco:The data presented here strongly suggest that the true trigger of shame is negative perceptions of the self by others—not by the self.
Shame does lead to perceiving oneself as tainted...
(...)
Notably, even when a person knows that others' devaluing beliefs are false, such false beliefs still trigger shame.
(...)
...When others' devaluing beliefs are true, limiting others' devaluation will be harder and shame will be more intense.
I dati presentati in questo studio suggeriscono fortemente che la vera causa scatenante della vergogna è la percezione negativa del proprio io da parte degli altri non di se stessi. La vergogna conduce a percepirsi come contaminati.
(...)
In particolare anche quando una persona sa che i valori o le credenze degli altri sono falsi, essi scatenano comunque la vergogna.
(...)
Ma forse c'è una speranza per i naturisti (N.d.T.)
Quando i valori su cui si basa il giudizio sono veri, limitarlo (il giudizio) sarà più difficile e la vergogna sarà più intensa.
Quindi, dico io, visto che la nudità non ha in sé nulla di negativo, dovrebbe essere semplice superare la vergogna che deriva dal giudizio altrui.
In effetti la letteratura naturista (così come i forum e internet) è piena di racconti di prime esperienze in cui ai timori che precedono lo spogliarsi, segue la sensazione di liberazione, non una maggiore vergogna.
ciao
Massimo