luzypan ha scritto:
Io questa posizione proprio non la capisco! Abbiamo una sentenza storica la 3557 del 2000 che dice chiaramente (per questo motivo le sentenze sibilline successive hanno imho un valore culturalmente meno impattante) che il nudo naturista praticato in luoghi notoriamente e storicamente naturisti è assolutamente autorizzato dall'evoluzione della cultura italiana e del sentire comune di un popolo. E' lo stesso discorso del topless.
Il topless è stato accettato, l'altro, il nudo integrale, no, perché secondo il sentire reazionario e puritano di una parte dell'Italia aizzerebbe la scopofilia. Ecco il perché delle multe, rarissime infatti, per una serie di circostanze tra le quali questa appena espressa a mio parere è la fondamentale; e multe oggi salatissime, tali da risultare efficaci, anche se poche, come pesante deterrente nudofobico.
Meno chiacchere e più fatti. Chi (nome e cognome) sostiene che il naturismo "aizzerebbe la scopofilia"? Ci sono documenti in merito o è una tua interpretazione? Nei fatti, i vari disegni di legge non sono MAI stati discussi. Uno, qualche legislatura fa, fu presentato in commissione e subito affossato da certo on. Scantamburlo sulla base del principio che i problemi sono ben altri. Come interpretazione personale, suppongo che la politica non abbia interesse in merito non per nudofobia ma perché crede che si tratti un tema che interessa pochi e sarebbe facile argomento di polemica.
Riguardo alle sentenze:
1. Non sta a noi decidere quali abbiano valore più o meno culturalmente impattante in base alla nostre convinzioni personali
2. Non siamo in un sistema giuridico anglosassone e quindi le sentenze non hanno valore normativo ma, se emanate dalla sola Corte di Cassazione, sono ritenute una fonte autorevole a cui i giudici possono fare riferimento nell'interpretazione della legge. Questo vuol dire tra l'altro che l'eventuale sentenza favorevole del Giuduce di pace sul caso Bibbona avrebbe un valore ben diverso di quello emanato dalla Corte di Cassazione.
3. e più importante, la legge è cambiata, gli atti contrari alla pubblica decenza sono un reato amministrativo e quindi la giurisprudenza precedente deve essere reinterpretata alla luce della nuova situazione.
L'unica soluzione, a mio avviso, sarebbe una norma che affermi che la mera nudità, in particolare a fine naturista, non ricade nell'ambito degli atti contrari alla pubblica decenza.