COMUNICAZIONE AGLI UTENTI DEL FORUM
Il forum è stato per molti anni uno strumento di partecipazione e dibattito, che ha svolto un ruolo di testimonianza, raccogliendo contributi interessanti da parte di soci e simpatizzanti. Di questo dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alle discussioni e in particolare i moderatori che negli anni hanno contributo a mantenere vivo questo luogo di incontro virtuale.
Siamo però convinti che oggi ci siano strumenti comunicativi maggiormente efficaci e che la “storica” concezione di forum debba essere superata.
Fermo restando che A.N.ITA. resta aperta agli stimoli che giungono dai soci, crediamo che questo confronto, per non essere fine a sé stesso e per poter essere costruttivo, debba essere riportato in altri ambiti di discussione, che su richiesta andremo appositamente ad organizzare.
Vogliamo trasformare il forum in un luogo di approfondimento culturale, uno strumento di crescita associativa capace di proporre stimoli e argomenti di riflessione.
Anni di storia associativa passati attraverso il forum non andranno comunque persi. Andremo a organizzare gli “scaffali della memoria associativa” dove chi lo vorrà potrà rileggere discussioni sulle tante tematiche di cui abbiamo discusso e ci siamo confrontati.
Ti invitiamo a visitare le “Piazze d’Arcadia”, il nuovo luogo di incontro del pensiero Naturista: https://www.italianaturista.it/piazze-di-arcadia
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Anni di storia associativa passati attraverso il forum non andranno comunque persi. Andremo a organizzare gli “scaffali della memoria associativa” dove chi lo vorrà potrà rileggere discussioni sulle tante tematiche di cui abbiamo discusso e ci siamo confrontati.
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"Ancora bigotti", una recensione
"Ancora bigotti", una recensione
Ho letto questa recensione del libro "Ancora bigotti" di Edoardo Lombardi Vallauri. In estrema sintesi, "parla del rapporto tra gli italiani e la morale sessuale, ma soprattutto parla del rapporto tra libertà e menzogna: il punto non è che cosa fare a letto, ma perché mentire su quello che si fa e che conseguenze ha, questa ipocrisia, sulla società". Non ho letto il libro ma dalla recenzione pare che ci siano molte considerazioni condivisibili e interessanti.
Ve ne parlo perchè a un certo punto c'è un'osservazione sul naturismo, che non so se attribuire a Vallauri o al recensore Riccardo Manzotti.
"Nonostante la nostra penisola abbia migliaia di chilometri di coste, spesso poco accessibili, il nudismo continua a essere problematico. L’italiano medio prova vergogna e fastidio per i corpi altrui a meno che siano coperti da esigue strisce di stoffa, magari di colori brillanti. Ovviamente, non è il corpo nudo a infastidire, ma è l’esposizione della nostra natura sessuata. L’italiano deve poter vivere l’illusione che i corpi altrui non abbiano, sotto vestiti e costumi, alcuna sessualità. In un contesto sociale la sessualità, almeno a livello simbolico, deve essere stata neutralizzata. È questo lo scopo dei costumi, non coprire come si crede ingenuamente, ma segnalare che il corpo è stato momentaneamente disattivato nelle sue funzioni sessuali. In generale, nota Vallauri, le persone per bene “si vestono senza eccessiva ostentazione di parti del corpo, così si vede che non puntano al sesso in quanto tale”".
Su questa valutazione non sono d'accordo. Non so quante volte mi sono sentito dire che a molti non piace il naturismo perchè "si toglie ogni mistero" e che è molto più intrigante il "vedo e non vedo". Mi sembra semmai che lo scopo dei costumi sia all'opposto proprio quello di accentuare i caratteri sessuali, mostrare sulla base del costume indossato un maggiore o minore compiacimento del proprio corpo, stabilire gerarchie e ruoli sociali. In ultima analisi, sono il costume e l'abbigliamento in genere a esporre la "nostra natura sessuata". Paradossalmente, è proprio l'ambiente naturista quello in cui il corpo nudo è "momentaneamente disattivato nelle sue funzioni sessuali". Proprio per questo il naturismo dà tanto fastidio in un paese in cui si ritiene che, proprio per le ipocrisie e contraddizioni indicate nel libro, la reazione socialmente accettabile di fronte a una persona nuda debba essere l'ostentazione di un'immediato interesse erotico.
Ve ne parlo perchè a un certo punto c'è un'osservazione sul naturismo, che non so se attribuire a Vallauri o al recensore Riccardo Manzotti.
"Nonostante la nostra penisola abbia migliaia di chilometri di coste, spesso poco accessibili, il nudismo continua a essere problematico. L’italiano medio prova vergogna e fastidio per i corpi altrui a meno che siano coperti da esigue strisce di stoffa, magari di colori brillanti. Ovviamente, non è il corpo nudo a infastidire, ma è l’esposizione della nostra natura sessuata. L’italiano deve poter vivere l’illusione che i corpi altrui non abbiano, sotto vestiti e costumi, alcuna sessualità. In un contesto sociale la sessualità, almeno a livello simbolico, deve essere stata neutralizzata. È questo lo scopo dei costumi, non coprire come si crede ingenuamente, ma segnalare che il corpo è stato momentaneamente disattivato nelle sue funzioni sessuali. In generale, nota Vallauri, le persone per bene “si vestono senza eccessiva ostentazione di parti del corpo, così si vede che non puntano al sesso in quanto tale”".
Su questa valutazione non sono d'accordo. Non so quante volte mi sono sentito dire che a molti non piace il naturismo perchè "si toglie ogni mistero" e che è molto più intrigante il "vedo e non vedo". Mi sembra semmai che lo scopo dei costumi sia all'opposto proprio quello di accentuare i caratteri sessuali, mostrare sulla base del costume indossato un maggiore o minore compiacimento del proprio corpo, stabilire gerarchie e ruoli sociali. In ultima analisi, sono il costume e l'abbigliamento in genere a esporre la "nostra natura sessuata". Paradossalmente, è proprio l'ambiente naturista quello in cui il corpo nudo è "momentaneamente disattivato nelle sue funzioni sessuali". Proprio per questo il naturismo dà tanto fastidio in un paese in cui si ritiene che, proprio per le ipocrisie e contraddizioni indicate nel libro, la reazione socialmente accettabile di fronte a una persona nuda debba essere l'ostentazione di un'immediato interesse erotico.
Alessandro e Lidia
In effetti al bigottume non da fastidio la natura del corpo ma il fatto che qualcuno non rispetti le loro imposizioni morali
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- Enrico Amoroso
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In linea generale concordo su questa riflessione in genere chi pratica nudismo, salvo casi patologici e dintorni, è meno interessato all'apparire di chi usa costumi. Personalmente ho iniziato a praticare nudismo in quanto mi disintossica dalle "tossine" della vita quotidiana e mi dona la sensazione di vivere sul pianeta ideale, senza violenza contro viventi ed ambiente, su cui amerei vivere e non mi sono mai posto il problema del dover apparire. Oltretutto ho sempre trovato una atmosfera di richiami sessuali maggiore sulle spiagge tessili che in quelle naturiste.Alelid ha scritto: ↑19/10/2020, 22:40 ... Mi sembra semmai che lo scopo dei costumi sia all'opposto proprio quello di accentuare i caratteri sessuali, mostrare sulla base del costume indossato un maggiore o minore compiacimento del proprio corpo, stabilire gerarchie e ruoli sociali. In ultima analisi, sono il costume e l'abbigliamento in genere a esporre la "nostra natura sessuata". Paradossalmente, è proprio l'ambiente naturista quello in cui il corpo nudo è "momentaneamente disattivato nelle sue funzioni sessuali". Proprio per questo il naturismo dà tanto fastidio in un paese in cui si ritiene che, proprio per le ipocrisie e contraddizioni indicate nel libro, la reazione socialmente accettabile di fronte a una persona nuda debba essere l'ostentazione di un'immediato interesse erotico.
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Gli adulti son solo bambini cresciuti male.
La normalità è la forma di pazzia più diffusa sul pianeta.
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- sergino
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Be! In parte sono d'accordo pure io con la vostra riflessione, ma in parte.Enrico Amoroso ha scritto: ↑21/10/2020, 16:12In linea generale concordo su questa riflessione in genere chi pratica nudismo, salvo casi patologici e dintorni, è meno interessato all'apparire di chi usa costumi. Personalmente ho iniziato a praticare nudismo in quanto mi disintossica dalle "tossine" della vita quotidiana e mi dona la sensazione di vivere sul pianeta ideale, senza violenza contro viventi ed ambiente, su cui amerei vivere e non mi sono mai posto il problema del dover apparire. Oltretutto ho sempre trovato una atmosfera di richiami sessuali maggiore sulle spiagge tessili che in quelle naturiste.Alelid ha scritto: ↑19/10/2020, 22:40 ... Mi sembra semmai che lo scopo dei costumi sia all'opposto proprio quello di accentuare i caratteri sessuali, mostrare sulla base del costume indossato un maggiore o minore compiacimento del proprio corpo, stabilire gerarchie e ruoli sociali. In ultima analisi, sono il costume e l'abbigliamento in genere a esporre la "nostra natura sessuata". Paradossalmente, è proprio l'ambiente naturista quello in cui il corpo nudo è "momentaneamente disattivato nelle sue funzioni sessuali". Proprio per questo il naturismo dà tanto fastidio in un paese in cui si ritiene che, proprio per le ipocrisie e contraddizioni indicate nel libro, la reazione socialmente accettabile di fronte a una persona nuda debba essere l'ostentazione di un'immediato interesse erotico.
Se dovessimo tenere in considerazione, la vasta schiera di frequentatori "interessati", che purtroppo frequentano i nostri stessi luoghi, risulta appropriata l'interpretazione dell'autore (o del recensore), interpretazione comunque ipocrita e frutto della stessa mentalità che ci vede talvolta marginati come se fossimo noi i soggetti patologici.
Sergio
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- Enrico Amoroso
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Bisogna mettersi dei panni di chi a causa dell'educazione avuta a casa, a scuola, nelle chiese, nei bar, ecc. si è costruito degli schemi mentali e tutto quello che va fuori da questi schemi lo destabilizza per cui non accetta o non capisce l'esistenza dei gay, dei trans ed altre tendenze sessuali ancora più complesse, dei nudisti e/o naturisti, di coloro che la pensano politicamente in maniera diversa, ecc. ecc.sergino ha scritto: ↑21/10/2020, 21:26 ...
Be! In parte sono d'accordo pure io con la vostra riflessione, ma in parte.
Se dovessimo tenere in considerazione, la vasta schiera di frequentatori "interessati", che purtroppo frequentano i nostri stessi luoghi, risulta appropriata l'interpretazione dell'autore (o del recensore), interpretazione comunque ipocrita e frutto della stessa mentalità che ci vede talvolta marginati come se fossimo noi i soggetti patologici.
Io per fortuna non ho avuto briglie mentali dai miei genitori e non li ho mai sentiti sfottere o denigrare chicchessia pur se a volte hanno espresso opinioni quantomeno perplesse su questioni della vita. Forse anche perché mi sono fatto sempre 1000 domande cercando di capire invece di condannare senza appello e forse anche perché sono stato un appassionato lettore di fantascienza in cui spesso si rompono gli schemi mentali "bigotti" e si possono immaginare altri mondi possibili. Ciò non toglie che probabilmente anche io ho dei limiti oltre i quali mi "destabilizzo" di sicuro la violenza verso tutti i viventi e verso l'ambiente non riesco a comprenderla in quanto la ritengo fuori da ogni forma di razionalità possibile come mi destabilizzano coloro che credono a qualsiasi cosa che vedono o ascoltano su YouTube e nel web anche se poi girano, in questi canali, anche cose abbastanza o molto serie.
Boh mi sa che sono uscito un po' fuori tema
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Ho finalmente letto il libro (denso ma breve) e di nudismo-naturismo non si parla proprio. Quindi le osservazioni sul nudismo riportate nel post iniziale vanno attribuite solo al recensore Manzotti.
Il libro in sé l'ho trovato meno interessante di quanto immaginavo. L'idea che la morale sessuale condizioni anche chi si ritiene più "liberato" è vera, ma il libro è focalizzato solo contro la monogamia, con argomentazioni abbastanza risapute. Forse attualmente ci sarebbero questioni più nuove di quelle già sviscerate dalla commedia all'italiana. Non mi dilungo in quanto andrei fuori tema.
Il libro in sé l'ho trovato meno interessante di quanto immaginavo. L'idea che la morale sessuale condizioni anche chi si ritiene più "liberato" è vera, ma il libro è focalizzato solo contro la monogamia, con argomentazioni abbastanza risapute. Forse attualmente ci sarebbero questioni più nuove di quelle già sviscerate dalla commedia all'italiana. Non mi dilungo in quanto andrei fuori tema.
Alessandro e Lidia