Re: Un po' di storia dell'A.N.ITA. (e del naturismoitaliano)
Inviato: 29/05/2018, 13:13
Eccomi finalmente a riprendere la pubblicazione di documenti storici dell'A.N.ITA.
Prima di riportare il nuovo documento voglio ringraziare coloro che hanno apprezzato l'iniziativa e in particolare Marco per il suo ricordo (arriverò anche a quegli anni, i primi anni '80) e Sergio che mi auguro possa presto riportare il suo "contributo storico"
Per ultimo voglio sottolineare che non c'è nessuna nota polemica nello scrivere che: "molti naturisti, compresi alcuni dirigenti della nostra stessa Associazione) conoscono ben poco della storia dell'A.N.ITA. e del naturismo italiano." ma solo riportare un dato di fatto;ciò non significa assolutamente che non si possa essere dei bravi naturisti o degli ottimi dirigenti senza conoscere la storia dell'A.N.ITA. o del naturismo italiano.
IL TESTO CHE RIPORTO OGGI E' ANCORA TRATTO DAL NOTIZIARIO A.N.ITA. N° 30 DEL 1976 E HA PER TITOLO :
Prima di riportare il nuovo documento voglio ringraziare coloro che hanno apprezzato l'iniziativa e in particolare Marco per il suo ricordo (arriverò anche a quegli anni, i primi anni '80) e Sergio che mi auguro possa presto riportare il suo "contributo storico"
Per ultimo voglio sottolineare che non c'è nessuna nota polemica nello scrivere che: "molti naturisti, compresi alcuni dirigenti della nostra stessa Associazione) conoscono ben poco della storia dell'A.N.ITA. e del naturismo italiano." ma solo riportare un dato di fatto;ciò non significa assolutamente che non si possa essere dei bravi naturisti o degli ottimi dirigenti senza conoscere la storia dell'A.N.ITA. o del naturismo italiano.
IL TESTO CHE RIPORTO OGGI E' ANCORA TRATTO DAL NOTIZIARIO A.N.ITA. N° 30 DEL 1976 E HA PER TITOLO :
Francesco Ballardini"L'A.N.ITA. HA 10 ANNI"
Nel settembre del 1975 l'A.N.ITA. ha compiuto i suoi primi 10 anni. Dieci anni di sincera e disinteressata propaganda su tutto il territorio italiano, di organizzazione regionale e di lavoro.
Nel Notiziario 24 (che non possiedo, nota F.B.), dove abbiamo tracciato l'origine e gli scopi dell'associazione, si dice "...dovevamo costruire un'associazione nuovo tipo, giusta la situazione italiana, svincolata dai traumi organizzativi tradizionali, NON D'ELITE MA APERTA A TUTTI, proprio con quegli italiani che non sapevano nulla di naturismo, che non erano naturisti ma che avrebbero potuto diventarli. Scuola elementare di naturismo per chi non lo sapeva. Ma se avevamo impiegato 4 anni ad affiatare 40 naturisti non volevamo certo impiegare altri 4 anni per arrivare a 80.....".
L'ideazione e l'allestimento dei primi campi nudo-naturisti, dati i tempi ancora ad alto potenziale sessuofobico , ha avuto le sue iniziali difficoltà. L'incertezza della legislazione, del possibile comportamento delle autorità e la mancanza di precedenti in Italia e d'esperienza (abbiamo dovuta farcela provando e riprovando), ha contribuito molto a frenare lo slancio d'azione ed imprenditoriale del tutto: non si trattava solo di buona volontà, di lavorare per nulla, d'impiegare quattrini e di perderli, ma anche d'andare in galera.
Il primo tentativo di campo fu quello del "RENO" (1967-68) a Casalecchio (BO) in collaborazione con il gruppo locale di A.N.ITA:. Ebbe solo 8 mesi di vita, stroncato dal chiasso consumista-giornalistico che scoraggiò il proprietario del terreno che, in un primo tempo, ce lo aveva offerto gratis.
Esso però, come tutte le esperienze, servì a porre ai naturisti italiani il problema "campo" come qualcosa di non più utopistico: i carabinieri infatti, pur interessandosene attentamente (ovvio!), non avevano osato entrare nella proprietà recintata perché "privata" e perché "dal di fuori non si poteva vedere il nudo che era dentro". Il sapere ciò per noi era molto, moltissimo, valeva un campo perso, si poteva tentare altrove con meno preoccupazioni.
Nel 1968 infatti i nostri Gruppi regionali impostarono ben altri quattro campi "cavia"; due con molta prudenza in terreni di proprietà: LE LUCERTOLE (SV) e LA TORRE (VA) che tuttora funzionano e sono tra i migliori in Italia e altri due terreni d'affitto, alquanto meno prudenti, sia per non deludere le aspettative dei naturisti locali sia per saggiare le autorità e le popolazioni circostanti senza un grande impegno finanziario; questi due furono I PINI (CO) che abbandonammo dopo ben 5 anni di vita dopo un ennesimo incendio (doloso) che lo distrusse quasi completamente per la seconda volta ed IL RODI (PV), su un'isola del Po, senza recinzione perché le leggi fluviali lo vietano, campo alquanto contestato per vari interessi incidenti (anche la caccia) e smantellato dopo 2 anni di vita anche per insistente pressione del Vescovo di Pavia (vedi NUDISTI DEL PO) e di un partito politico (?).
Nel 1972 sorgeva, pure un Liguria, sopra Ospedaletti (IM) il piccolo campo ALPI MARITTIME fondato ed animato da Rodolfo Morsiani che, nel dicembre del '74, purtroppo ci ha lasciati. Campo attualmente in crisi, ma un via di rilancio.
Altre iniziative minori fiorirono ovunque e fioriscono, la maggior parte non note perché limitate ad una ristretta cerchia di amici che si sono tra loro affiatati e che i neofiti vengono a conoscere man mano che frequentano gli altri luoghi comuni di ricreazione naturista.
Si cita l'allora notissimo "solarium dell'A.N.ITA.-ETRURIA", ora sostituito da un campo vero e proprio in allestimento in Umbria (di cui poco conosciamo) nonché il Club "La Grata", con piscinetta e solarium, del nostro Gruppo Lombardo ed allestito in provincia di Bergamo.
Dieci anni di lavoro organizzativo e di passione per i campi che solo chi ha provato può comprendere: "pala e piccone, sega e martello, pinza filo e carriola, lavorare e cantare e poco chiacchierare".
Coloro che lamentano che in Italia c'è poco sono in genere quelli che non hanno mai offerto un'ora di lavoro ad un campo. Non pensano che all'estero i campi Club sono maturati in 30 anni d'avviamento, in un'altra mentalità nazionale, e quando gli aderenti non avevano ancora l'allettamento dei grandi campi internazionali per vacanze estive della Corsica e della Jugoslavia.
Campi internazionali per i quali all'estero le questure danno la licenza "d'esercizio pubblico", come qualsiasi altro campeggio, ed in Italia non ancora; l'investimento di ingenti capitali esige sicurezza "d'investimento", non la preoccupazione dei carabinieri al cancello (i campi privati o di Club non hanno bisogno della licenza d'esercizio).
La nostra associazione è sovente chiamata da gruppi finanziari a dare la propria consulenza e collaborazione per la realizzazione di grossi centri nudo-naturisti in Italia e stiamo tuttora occupandoci di casi concreti che, un giorno o l'altro finiranno per concludersi, perché la pressione sulle autorità competenti è già abbastanza forte e le resistenze sempre minori. Verrà anche la licenza d'esercizio.
I primi dieci anni di nudo-naturismo si concludono per noi con un bilancio positivo se si pensa che nel 65, quando abbiamo cominciato, in Italia quasi nessuno sapeva cos'era il naturismo e non v'era traccia d'organizzazione.
Il prossimo decennio dovrà essere dedicato al potenziamento ed al miglioramento di tutto ciò che finora abbiamo abbozzato e realizzato con una certa dose d'improvvisazione, sia per ciò che riguarda i luoghi di ricreazione naturista sia per quanto riguarda il nostro contributo a migliorare la qualità della vita che viviamo quotidianamente quali cittadini."