COMUNICAZIONE AGLI UTENTI DEL FORUM

Il forum è stato per molti anni uno strumento di partecipazione e dibattito, che ha svolto un ruolo di testimonianza, raccogliendo contributi interessanti da parte di soci e simpatizzanti. Di questo dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alle discussioni e in particolare i moderatori che negli anni hanno contributo a mantenere vivo questo luogo di incontro virtuale.

Siamo però convinti che oggi ci siano strumenti comunicativi maggiormente efficaci e che la “storica” concezione di forum debba essere superata.

Fermo restando che A.N.ITA. resta aperta agli stimoli che giungono dai soci, crediamo che questo confronto, per non essere fine a sé stesso e per poter essere costruttivo, debba essere riportato in altri ambiti di discussione, che su richiesta andremo appositamente ad organizzare.

Vogliamo trasformare il forum in un luogo di approfondimento culturale, uno strumento di crescita associativa capace di proporre stimoli e argomenti di riflessione.

Anni di storia associativa passati attraverso il forum non andranno comunque persi. Andremo a organizzare gli “scaffali della memoria associativa” dove chi lo vorrà potrà rileggere discussioni sulle tante tematiche di cui abbiamo discusso e ci siamo confrontati.

Ti invitiamo a visitare le “Piazze d’Arcadia”, il nuovo luogo di incontro del pensiero Naturista: https://www.italianaturista.it/piazze-di-arcadia

Firme, facce e referendum

Informazioni su cosa è il naturismo, discussioni su aspetti e problematiche inerenti la pratica naturista. Articoli, video, recensioni su libri inerenti al naturismo e alla pratica naturista.
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Alelid
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Firme, facce e referendum

Messaggio da Alelid » 18/09/2021, 9:32

Riprendo un tema a cui è già stato accennato qui
viewtopic.php?f=15&t=3237&start=30
Da una parte sento dire che in Italia ci sono 500.000 naturisti. Sarà vero? Credo sia una stima basata su dati raccolti molti anni fa e probabilmente sovrastimati. Nei sondaggi succede: hanno fatto un sondaggio simile in GB con domande "molto inclusive", che portavano a classficare tra i possibili naturisti chiunque non fosse proprio contrario. Ne è risultato un valore molto elevato, lusinghiero per i naturisti ma poco concreto e difficilmente utilizzabile per fare pressione da un punto di vista sociale e politico.
Dall'altra, si dice che i naturisti italiani si vergognano. Non si associano, non si informano, non firmano nemmeno una petizione. Sembra che non ci vogliano "mettere la faccia" come se ci fosse qualcuno che va a controllare le firme delle petizioni online e a fare indagini per vedere se quel Mario Rossi che vuole la spiaggia naturista è proprio il suo vicino di casa. Strano, per gente che spesso rischia un procedimento penale per prendere il sole in un posto in cui il vicino potrebbe sbucare da dietro il cespuglio.
Ancora, i giornali ci dicono che accettando anche firme convalidate con SPID le raccolte di firme per i referendum abrogativi stanno diventando facilissime e in pochi giorni si raccolgono quelle 500.000 firme che prima richiedevano mesi e sbattimenti vari. Tra parentesi, pare quindi che chi ha problemi a far sapere al collega che gli piace stare nudo, se ne frega di fargli sapere della sua passione per le canne, ammesso che, come detto prima, ci sia qualcuno che va a controllare gli elenchi.
Insomma, qualcosa non quadra. O i naturisti sono in effetti molti meno, oppure hanno qualcosa da nascondere. Oppure il naturismo è un tema molto molto di nicchia, che non smuove l'opinione pubblica come i temi che spopolano nei referendum.
Magari avete risposte migliori.
Alessandro e Lidia
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Andrea vi
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Messaggio da Andrea vi » 18/09/2021, 10:37

Credo che sia l'eterna questione che l'italiota medio non è in grado di distinguere fra nudità e atteggiamento sessuale e perdipiú a causa di un certo indottrinamento il sesso è un delitto considerato peggiore della violenza e in certi casi pure dell'omicidio
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sergino
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Messaggio da sergino » 18/09/2021, 12:53

Andrea vi ha scritto: 18/09/2021, 10:37 Credo che sia l'eterna questione che l'italiota medio non è in grado di distinguere fra nudità e atteggiamento sessuale e perdipiú a causa di un certo indottrinamento il sesso è un delitto considerato peggiore della violenza e in certi casi pure dell'omicidio
Ma che centra il sesso, nel ragionamento espresso qui sopra?
A meno dar per scontato "...O i naturisti ... hanno qualcosa da nascondere..." (qualcuno potrei aggiungere io), e quel qualcosa da nascondere è proprio il fine a cui tu accenni.
Comunque propendo più: "...Oppure il naturismo è un tema molto molto di nicchia...", per questo insisto sempre sulla necessità della diffusione di una cultura naturista, di cui noi dobbiamo esserne i motori, cultura che deve prendere il sopravento, rispetto all'essere naturisti in spiaggia o peggio ancora rinchiusi nei terreni a noi riservati!
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Messaggio da Enrico Amoroso » 18/09/2021, 13:52

Molti temono che il palesarsi come naturisti possa influire negativamente sul lavoro oltre che rischiare di divenire oggetto di derisione degli amici o parenti. Confesso che anche io sono sempre stato prudente in questo non per il rischio di presa in giro da parte degli amici, in quanto amici che mi deridono per questo preferisco perderli, ma per il lavoro che ho svolto negli ultimi trent'anni con gente di tutti i tipi fra cui tanti bigotti che avrebbero potuto crearmi problemi e se qui mi sono iscritto, per la prima volta, con nome e cognome è perché sto mollando il lavoro di amministratore di condominio presentando le mie dimissioni nelle assemblee.
In ogni caso tenendo conto che di Amoroso Enrico su Facebook ce ne sono circa 40, come è stato già detto, anche se qualcuno che mi conosce leggesse che Amoroso Enrico ha firmato la petizione per il naturismo mi spiegate come fa ad essere certo che sia proprio io o un mio omonimo?
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Andrea vi
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Messaggio da Andrea vi » 18/09/2021, 14:15

@Sergio: il sesso non c'entra nulla col naturismo però per i bigotti invece sì, basta che pensi alla critica più comune che riceviamo che è
"cos'hanno quelli da mostrare"perché non siamo fotomodelli e magari pure avanti con l'età che implica che ci considerano esibizionisti e l'esibizionismo è una perversione sessuale
Oppure basta pensare che ogni volta che denunciano qualche naturista si parla di atti osceni
Quanto ai rischi a cui accenna Enrico ne so qualcosa perché provato in prima persona quindi non mi meraviglia l'atteggiamento di chi si nasconde anche se non lo giustifico affatto perché è come accettare passivamente di subire una prepotenza e personalmente sono convinto che i prepotenti esistono perché esistono i co.....
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Alelid
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Messaggio da Alelid » 20/09/2021, 8:25

Al netto di bigottismo, ipocrisia, sessuofobia e quant'altro, sarà capitato anche a voi di trovarsi in conversazioni in cui qualcuno auspica senza problemi la riapertura delle case chiuse, a volte palesando una competenza non solo teorica dell'argomento. E che gli altri interlocutori non si scandalizzino più di tanto, ma anzi considerino i pro e i contro della questione. Ho sentito anche coppie dire senza problemi che vanno nei prive o qualcuno che esprime curiosità per pratiche molto di nicchia senza che gli sia tolto il saluto.
La questione non è che il mondo è cattivo e non ci vuole bene, ma che non riusciamo a far emergere il naturismo come un argomento di interesse generale, di quelli per cui tutti hanno un'opinione, favorevole o contraria, giusta o sbagliata.
La cannabis è un fenomeno di massa, ma l'eutanasia è un tema con cui (fortunatamente) pochissimi hanno avuto personalmente a che fare. Eppure tutti sanno di che si tratta, hanno un'opinione magari superficiale e magari firmano per il referendum. Che poi il referendum si faccia e passi è un'altra storia.
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cescoballa
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Messaggio da cescoballa » 20/09/2021, 11:26

Il tema è sicuramente interessante e si presta a varie considerazioni.
La prima considerazione da fare è sicuramente il tema della democrazia diretta e la forma di questa prevista nella nostra costituzione (la più bella del mondo?!).
Le due forme principali di democrazia diretta sono:la legge di iniziativa popolare e il referendum abrogativo.
Il primo di questi strumenti di democrazia diretta, la legge di iniziativa popolare, è propositiva; vanno raccolte almeno 50,000 firme di elettori ma, se non trova in Parlamento chi la sostiene, difficilmente raggiunge l'obbiettivo (per rimanere nell'attualità dico che una raccolta firme di proposta di legge per la liberalizzazione e coltivazione della cannabis fu fatta e con successo ma,solo ora, con il referendum abrogativo dell'attuale legge sulle "droghe" è possibile che cambi qualcosa).
Il secondo di questi strumenti è il referendum che può essere, come scrivevo prima, solo abrogativo e non "propositivo".
Qui ci sarebbe il primo problema per proporre un referendum abrogativo sul tema del naturismo: quale legge o parte dì essa dovremmo chiederne l'abrogazione? Non esiste in Italia una legge che in qualche modo autorizzi o vieti questa pratica; esistono alcuni articoli del Codice Penale che possono essere interpretati come divieti a questa pratica ma il Codice Penale può essere oggetto di referendum?
Tutto ciò premesso veniamo al dibattito di quanto il naturismo sia o meno tra le priorità o "sensibilità" degli italiani.
Certamente il naturismo, e la sua pratica, è un fenomeno non di massa che coinvolge in maniera più o meno indiretta al massimo un milione di persone (ci metto anche gli amici e parenti che pur non essendo naturisti niente hanno contro questo modo di vivere).
Chiaramente non è un tema prioritario per gli italiani e le Associazioni naturiste e la sua Federazione (FENAIT) sono troppo deboli per sostenere una campagna mediatica sul naturismo (sia che la si voglia impostare come "diritto" di libertà individuale, sia che la si voglia impostare come vantaggio economico per il turismo italiano).
Tentativi di raccolte di firme a sostegno di leggi sul naturismo sono già state fatte almeno due volte (a mia conoscenza) ma hanno sempre dato risultati molto deludenti
Qui arriviamo alla terza questione della discussione: quanto sono disposti a "metterci la faccia" (io preferisco dire metterci un impegno serio e continuativo) per far valere i nostri diritti come cittadini che praticano naturismo.
Della debolezza delle Associazioni naturiste ho già scritto (attualmente gli iscritti alla FENAIT tramite le federate credo non raggiungono i tremila su una stima di circa 500,000 naturisti/nudisti); va da sé che il primo passo deve essere quello di aumentare questo numero.
Ciò significa che ogni iscritto quando va in vacanza, in particolare all'estero, quando incontra altri naturisti/nudisti italiani deve fare proselitismo, invitarli ad iscriversi ad un'Associazione Naturista italiana, fargli capire che solo chiedendo i nostri diritti potremo migliorare la situazione del naturismo in Italia.
In questi giorni di vacanza in Sardegna, dove ho sempre esposto le bandiera dell'A.N.ITA.e della FENAIT, si sono avvicinate persone che prima si sono spogliate e successivamente sono venute a chiederci informazioni.
Troppe volte, anche su questo forum, leggo di naturisti che tengono "nascosto" il loro esserlo quasi che siano loro i primi a "non accertarsi" come tali.
È mai possibile che nel 2021 quando oramai tutti rivendicano la libertà di essere quel che sono (non solo sull'orientamento sessuale, ma anche di essere grassi, magri, belli, brutti, ecc.😉) i naturisti abbiano ancora queste remore? Ancora si abbia paura di incontrare il vicino di casa o il collega di lavoro in un luogo naturista? Personalmente sia io che Franca non abbiamo mai nascosto sia a parenti ed amici, sia a colleghi e conoscenti vari, che siamo naturisti e solo in due occasioni abbiamo avuto reazioni negative, in tutte le altre occasioni al massimo c'è stata curiosità quando non addirittura la voglia di provare questa pratica.
Concludo, ritornando al tema principale della discussione; allo stato attuale ritengo assolutamente improbabile la possibilità di un referendum sul naturismo e molto, molto difficile una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare.
Allo stato attuale ritengo che la strada più fattibile sia quella dell'azione "lobbistica" verso quelle forze, o singoli parlamentari, che potrebbero sostenere, e approvare, una legge sul naturismo in Italia.
Francesco
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Sempre con le bandiere esposte
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Altra spiaggia ma sempre le bandiere al vento
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Alelid
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Messaggio da Alelid » 25/09/2021, 17:15

cescoballa ha scritto: 20/09/2021, 11:26 Il secondo di questi strumenti è il referendum che può essere, come scrivevo prima, solo abrogativo e non "propositivo".
Qui ci sarebbe il primo problema per proporre un referendum abrogativo sul tema del naturismo: quale legge o parte dì essa dovremmo chiederne l'abrogazione? Non esiste in Italia una legge che in qualche modo autorizzi o vieti questa pratica; esistono alcuni articoli del Codice Penale che possono essere interpretati come divieti a questa pratica ma il Codice Penale può essere oggetto di referendum?
Credo di si, visto che il quesito del referendum a favore dell'eutanasia riguarda proprio l'abolizione di un articolo del CP. Però come dici tu "esistono alcuni articoli del Codice Penale che possono essere interpretati come divieti a questa pratica" ma nessuno contiene la parola "naturismo", o si riferisce esplicitamente alla nudità. Il famigerato art. 726 riguarda un concetto di "pubblica decenza" che non riguarda solo la nudità, anche se raramente è applicato a casi estranei a comportamenti che secondo l'opinione comune sarebbero legati alla sfera sessuale. Visto che in un referendum abrogativo si può proporre solo di cancellare una parte, un'articolo, una frase, una parola di una legge, non credo che sia facile trovare quella parte da cancellare che permetterebbe di praticare liberamente naturismo con una formulazione su cui si possa trovare il consenso della maggioranza dei votanti.
cescoballa ha scritto: 20/09/2021, 11:26 Chiaramente non è un tema prioritario per gli italiani e le Associazioni naturiste e la sua Federazione (FENAIT) sono troppo deboli per sostenere una campagna mediatica sul naturismo (sia che la si voglia impostare come "diritto" di libertà individuale, sia che la si voglia impostare come vantaggio economico per il turismo italiano).
Tentativi di raccolte di firme a sostegno di leggi sul naturismo sono già state fatte almeno due volte (a mia conoscenza) ma hanno sempre dato risultati molto deludenti
Qui arriviamo alla terza questione della discussione: quanto sono disposti a "metterci la faccia" (io preferisco dire metterci un impegno serio e continuativo) per far valere i nostri diritti come cittadini che praticano naturismo.
Della debolezza delle Associazioni naturiste ho già scritto (attualmente gli iscritti alla FENAIT tramite le federate credo non raggiungono i tremila su una stima di circa 500,000 naturisti/nudisti); va da sé che il primo passo deve essere quello di aumentare questo numero.
Ciò significa che ogni iscritto quando va in vacanza, in particolare all'estero, quando incontra altri naturisti/nudisti italiani deve fare proselitismo, invitarli ad iscriversi ad un'Associazione Naturista italiana, fargli capire che solo chiedendo i nostri diritti potremo migliorare la situazione del naturismo in Italia.
Ben vengano le associazioni, gli iscritti e la partecipazione, ma se anche tutti quei 500.000 nudisti/naturisti (ammesso che esistano davvero) fossero iscritti, si tratterebbe sempre di meno dell'1% della popolazione italiana. Le battaglie sociali sono state svolte proprio facendo in modo che tutta la gente parlasse di un certo tema, che si facesse un'opinione. Ho già detto che fortunatamente pochissimi si trovano ad affrontare in prima persona scelte sull'eutanasia, probabilmente meno di quanti frequentano luoghi naturisti. Però, anche grazie a alcuni casi che hanno avuto grande riscontro mediatico, tutti ci siamo fatti un'opinione e tanti sono favorevli anche senza essere coinvoli direttamente.

Detto questo, anche fare il contrario può essere una scelta strategica. Parecchi anni fa un dirigente naturista mi disse che in fin dei conti in Italia c'era un certo equilibrio, c'erano alcuni posti dedicati al naturismo, in qualche spiaggia c'era la ragionevole certezza di non avere denunce. Quindi era meglio volare bassi ed evitare che magari si formasse una polarizzazione dell'opinione pubblica CONTRO il naturismo. Credo che si trattasse di un'opinione personale, ma non mi sembra una scelta che possa dare buoni risultati.

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Messaggio da cescoballa » 25/09/2021, 18:35

Alelid ha scritto: 25/09/2021, 17:15
cescoballa ha scritto: 20/09/2021, 11:26 Il secondo di questi strumenti è il referendum che può essere, come scrivevo prima, solo abrogativo e non "propositivo".
Qui ci sarebbe il primo problema per proporre un referendum abrogativo sul tema del naturismo: quale legge o parte dì essa dovremmo chiederne l'abrogazione? Non esiste in Italia una legge che in qualche modo autorizzi o vieti questa pratica; esistono alcuni articoli del Codice Penale che possono essere interpretati come divieti a questa pratica ma il Codice Penale può essere oggetto di referendum?
Credo di si, visto che il quesito del referendum a favore dell'eutanasia riguarda proprio l'abolizione di un articolo del CP. Però come dici tu "esistono alcuni articoli del Codice Penale che possono essere interpretati come divieti a questa pratica" ma nessuno contiene la parola "naturismo", o si riferisce esplicitamente alla nudità. Il famigerato art. 726 riguarda un concetto di "pubblica decenza" che non riguarda solo la nudità, anche se raramente è applicato a casi estranei a comportamenti che secondo l'opinione comune sarebbero legati alla sfera sessuale. Visto che in un referendum abrogativo si può proporre solo di cancellare una parte, un'articolo, una frase, una parola di una legge, non credo che sia facile trovare quella parte da cancellare che permetterebbe di praticare liberamente naturismo con una formulazione su cui si possa trovare il consenso della maggioranza dei votanti.



Infatti è per questo motivo che anche se, come scrivi, è possibile sottoporre a referendum un articolo del C.P., trovo che sia giuridicamente molto difficile liberalizzare la pratica naturista abrogando parti dell'articolo 726 del C.P..
A questo va poi aggiunta la difficoltà di raccogliere le firme e lanciare una campagna d'opinione da parte delle Associazioni naturiste oggi così "deboli".
cescoballa ha scritto: 20/09/2021, 11:26 Chiaramente non è un tema prioritario per gli italiani e le Associazioni naturiste e la sua Federazione (FENAIT) sono troppo deboli per sostenere una campagna mediatica sul naturismo (sia che la si voglia impostare come "diritto" di libertà individuale, sia che la si voglia impostare come vantaggio economico per il turismo italiano).
Tentativi di raccolte di firme a sostegno di leggi sul naturismo sono già state fatte almeno due volte (a mia conoscenza) ma hanno sempre dato risultati molto deludenti
Qui arriviamo alla terza questione della discussione: quanto sono disposti a "metterci la faccia" (io preferisco dire metterci un impegno serio e continuativo) per far valere i nostri diritti come cittadini che praticano naturismo.
Della debolezza delle Associazioni naturiste ho già scritto (attualmente gli iscritti alla FENAIT tramite le federate credo non raggiungono i tremila su una stima di circa 500,000 naturisti/nudisti); va da sé che il primo passo deve essere quello di aumentare questo numero.
Ciò significa che ogni iscritto quando va in vacanza, in particolare all'estero, quando incontra altri naturisti/nudisti italiani deve fare proselitismo, invitarli ad iscriversi ad un'Associazione Naturista italiana, fargli capire che solo chiedendo i nostri diritti potremo migliorare la situazione del naturismo in Italia.
Ben vengano le associazioni, gli iscritti e la partecipazione, ma se anche tutti quei 500.000 nudisti/naturisti (ammesso che esistano davvero) fossero iscritti, si tratterebbe sempre di meno dell'1% della popolazione italiana. Le battaglie sociali sono state svolte proprio facendo in modo che tutta la gente parlasse di un certo tema, che si facesse un'opinione. Ho già detto che fortunatamente pochissimi si trovano ad affrontare in prima persona scelte sull'eutanasia, probabilmente meno di quanti frequentano luoghi naturisti. Però, anche grazie a alcuni casi che hanno avuto grande riscontro mediatico, tutti ci siamo fatti un'opinione e tanti sono favorevoli anche senza essere coinvolti direttamente.

Detto questo, anche fare il contrario può essere una scelta strategica. Parecchi anni fa un dirigente naturista mi disse che in fin dei conti in Italia c'era un certo equilibrio, c'erano alcuni posti dedicati al naturismo, in qualche spiaggia c'era la ragionevole certezza di non avere denunce. Quindi era meglio volare bassi ed evitare che magari si formasse una polarizzazione dell'opinione pubblica CONTRO il naturismo. Credo che si trattasse di un'opinione personale, ma non mi sembra una scelta che possa dare buoni risultati.

Alessandro
Naturalmente non sono d'accordo con quel "dirigente naturista" che parecchi anni fa ti disse di "volare basso" anche se in questi anni, a mio parere, molte cose sono cambiate in meglio.
Da parte mia e di Franca continuiamo a pensare che si debba far conoscere il naturismo a più persone possibile utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione non avendo paura di "contaminarci"; anche per questo ieri abbiamo rilasciato, su richiesta della FENAIT, una lunga intervista ( che naturalmente sarà ridotta ad una decina di minuti massimo) ad un sito che si occupa di tutt'altro ma che era interessato a questo tema.
Francesco
Francesco Ballardini
Socio A.N.ITA. dal 1998.
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