"Ancora bigotti", una recensione
Inviato: 19/10/2020, 22:40
Ho letto questa recensione del libro "Ancora bigotti" di Edoardo Lombardi Vallauri. In estrema sintesi, "parla del rapporto tra gli italiani e la morale sessuale, ma soprattutto parla del rapporto tra libertà e menzogna: il punto non è che cosa fare a letto, ma perché mentire su quello che si fa e che conseguenze ha, questa ipocrisia, sulla società". Non ho letto il libro ma dalla recenzione pare che ci siano molte considerazioni condivisibili e interessanti.
Ve ne parlo perchè a un certo punto c'è un'osservazione sul naturismo, che non so se attribuire a Vallauri o al recensore Riccardo Manzotti.
"Nonostante la nostra penisola abbia migliaia di chilometri di coste, spesso poco accessibili, il nudismo continua a essere problematico. L’italiano medio prova vergogna e fastidio per i corpi altrui a meno che siano coperti da esigue strisce di stoffa, magari di colori brillanti. Ovviamente, non è il corpo nudo a infastidire, ma è l’esposizione della nostra natura sessuata. L’italiano deve poter vivere l’illusione che i corpi altrui non abbiano, sotto vestiti e costumi, alcuna sessualità. In un contesto sociale la sessualità, almeno a livello simbolico, deve essere stata neutralizzata. È questo lo scopo dei costumi, non coprire come si crede ingenuamente, ma segnalare che il corpo è stato momentaneamente disattivato nelle sue funzioni sessuali. In generale, nota Vallauri, le persone per bene “si vestono senza eccessiva ostentazione di parti del corpo, così si vede che non puntano al sesso in quanto tale”".
Su questa valutazione non sono d'accordo. Non so quante volte mi sono sentito dire che a molti non piace il naturismo perchè "si toglie ogni mistero" e che è molto più intrigante il "vedo e non vedo". Mi sembra semmai che lo scopo dei costumi sia all'opposto proprio quello di accentuare i caratteri sessuali, mostrare sulla base del costume indossato un maggiore o minore compiacimento del proprio corpo, stabilire gerarchie e ruoli sociali. In ultima analisi, sono il costume e l'abbigliamento in genere a esporre la "nostra natura sessuata". Paradossalmente, è proprio l'ambiente naturista quello in cui il corpo nudo è "momentaneamente disattivato nelle sue funzioni sessuali". Proprio per questo il naturismo dà tanto fastidio in un paese in cui si ritiene che, proprio per le ipocrisie e contraddizioni indicate nel libro, la reazione socialmente accettabile di fronte a una persona nuda debba essere l'ostentazione di un'immediato interesse erotico.
Ve ne parlo perchè a un certo punto c'è un'osservazione sul naturismo, che non so se attribuire a Vallauri o al recensore Riccardo Manzotti.
"Nonostante la nostra penisola abbia migliaia di chilometri di coste, spesso poco accessibili, il nudismo continua a essere problematico. L’italiano medio prova vergogna e fastidio per i corpi altrui a meno che siano coperti da esigue strisce di stoffa, magari di colori brillanti. Ovviamente, non è il corpo nudo a infastidire, ma è l’esposizione della nostra natura sessuata. L’italiano deve poter vivere l’illusione che i corpi altrui non abbiano, sotto vestiti e costumi, alcuna sessualità. In un contesto sociale la sessualità, almeno a livello simbolico, deve essere stata neutralizzata. È questo lo scopo dei costumi, non coprire come si crede ingenuamente, ma segnalare che il corpo è stato momentaneamente disattivato nelle sue funzioni sessuali. In generale, nota Vallauri, le persone per bene “si vestono senza eccessiva ostentazione di parti del corpo, così si vede che non puntano al sesso in quanto tale”".
Su questa valutazione non sono d'accordo. Non so quante volte mi sono sentito dire che a molti non piace il naturismo perchè "si toglie ogni mistero" e che è molto più intrigante il "vedo e non vedo". Mi sembra semmai che lo scopo dei costumi sia all'opposto proprio quello di accentuare i caratteri sessuali, mostrare sulla base del costume indossato un maggiore o minore compiacimento del proprio corpo, stabilire gerarchie e ruoli sociali. In ultima analisi, sono il costume e l'abbigliamento in genere a esporre la "nostra natura sessuata". Paradossalmente, è proprio l'ambiente naturista quello in cui il corpo nudo è "momentaneamente disattivato nelle sue funzioni sessuali". Proprio per questo il naturismo dà tanto fastidio in un paese in cui si ritiene che, proprio per le ipocrisie e contraddizioni indicate nel libro, la reazione socialmente accettabile di fronte a una persona nuda debba essere l'ostentazione di un'immediato interesse erotico.