Il Tirreno del 17 maggio 2014 - Tutti nudi in albergo Sulle spiagge dei vip c’è il festival naturista
Capalbio e la Maremma scoprono un’altra vocazione Centinaia di ospiti da tutta Italia, domani la conclusione
di Gabriele Baldanzi
Sembra passato un secolo, invece sono solo dieci-quindici anni. Dal Novanta al 2005, ogni estate, in Maremma - a Marina di Alberese, sul litorale di Capalbio, in Feniglia - l'arrivo dei nudisti in alta stagione coincideva con polemiche, multe, denunce. Insomma, un clima tutt'altro che sereno. Poi, grazie soprattutto all'Anita (l'associazione italiana dei naturisti), è iniziato un lento, inesorabile percorso di integrazione, informazione, sensibilizzazione: lo stand a Festambiente, la presa di posizione favorevole dell'allora sindaco della città capoluogo Alessandro Antichi, le sentenze del Tribunale di Grosseto. Insomma è cambiato il clima. Al punto che oggi quella stessa Maremma e uno dei suoi luoghi simbolo – Capalbio, terra dei vip – è stata scelta come location per il primo festival naturista d'Italia.
Il nudo, si sa, conquista l'attenzione e fa notizia. Sarà per questo che ieri c'erano molti giornalisti e telecamere al Villaggio Capalbio Resort per raccontare la prima occasione di incontro di tutto il mondo nudonaturista: associazioni, gruppi e coloro che, in modo indipendente, seguono questo sano e pacifico stile di vita. «E' il nostro modo di avviare la stagione marina 2014 - spiega Rossella Oldrati, milanese, uno dei relatori (per conto di Anita) alla conferenza odierna - una festa per conoscersi ma soprattutto per farsi conoscere».
Settantadue ore senza vestiti e biancheria. Sarà possibile giocare a volley e a tennis rinunciando ai pantaloncini e alla maglietta; sono previste gare di nuoto, dimostrazioni e trattamenti di benessere, seminari di biodanza, yoga, reiki e altre discipline olistiche. Tutto in assoluta libertà. E ancora musica, teatro, arte. E poi nel corso del festival la consegna del premio “Naturista dell'anno”, un riconoscimento speciale a chi si è distinto nella promozione e nell'affermazione del movimento.
I naturisti sono in piena attività anche in bassa stagione. «In primavera e in autunno- spiega Marina, che qui è venuta con il compagno e quando parla con noi indossa un pareo, perché fa freschino - ci teniamo in contatto e ci ritroviamo per incontri in piscina o in centri benessere. Poi a partire da maggio, e quasi senza interruzione, iniziano le uscite e i raduni nelle spiagge naturiste, ma anche lungo fiumi, laghi. Può sembrare strano ma, sì, noi giochiamo a racchettoni senza costume…».
Genitori e figli. «Con mia moglie e poi con i nostri figli - racconta Lucio - siamo naturisti in Maremma da oltre 20 anni. Qui abbiamo visto crescere costantemente l'informazione e quindi l'accettazione di questo modo di porsi. E ci fa molto piacere sapere che ormai ci si riferisca ai naturisti come persone rispettose della natura e degli altri. Questa è la vera sintesi del nudismo: il rispetto. La gioia che si prova a trascorrere una giornata al mare, all'aria aperta, senza costume, in pieno contatto con la natura, non si può descrivere, occorre provarla. Il naturismo vede i vestiti per quello che dovrebbero essere, un utile accessorio. I costumi da bagno servono invece solo a coprire presunte vergogne, non a darci protezione».
Senza scopo di lucro. Il biglietto d'ingresso per un giorno costa 20 euro ma l'iniziativa è senza scopo di lucro. Buona parte del ricavato verrà devoluta a Emergency e il bilancio del "NatFest" pubblicato sul web. Oggi sono previsti gli ultimi arrivi. Gli organizzatori contano di toccare quota 200 presenze. Ma sono più uomini o più donne? La fascia di età maggiormente interessata - ci viene detto - è quella tra i 30 e i 50 anni. Nelle donne c'è una maggiore difficoltà ad avvicinarsi al naturismo rispetto agli uomini, ma qui, in questi giorni, si può parlare tranquillamente di parità di genere, di rispetto delle quote.
Galassia naturismo. Il naturismo è una galassia con molte sfumature. Sono una decina le sigle sui cavalieri nella sala-conferenze: Anita, AssoNatura, In, Fenait, Uni e altro ancora. «E' così - commenta Castellani - ci fa piacere però che oggi e domani questi gruppi, le varie associazioni, potranno confrontarsi e discutere partendo dalle rispettive posizioni. Dobbiamo collaborare e trovare convergenze». Di ospiti vip non c'è traccia. Della "famiglia Natur" si dice facciano parte Luca Laurenti, Sveva Sagramola, Natalie Caldonazzo, Rosanna Cancellieri. Solo per fare qualche nome. Di sicuro oggi ci sarà un onorevole: il calabrese Luigi Lacquaniti di Sel, firmatario di una proposta di legge nazionale per la promozione del turismo senza veli. Dopo aver sdoganato il potere, mostrandocelo in braghe, ora Capalbio prova ad abbattere un altro tabù…
La Repubblica del 18 maggio 2014 - L'ultima battaglia dei naturisti: siamo un milione dateci le spiagge
DAL NOSTRO INVIATO CAPALBIO . In valigia solo lo spazzolino da denti. Viaggiano leggeri i naturisti, che per il loro primo festival arrivano in più di duecento, da Bolzano a Catania, per immergersi in quella natura a cui hanno rubato il nome e rivendicare il diritto ad un'esistenza senza costume da bagno. Al mattino lezione di meditazione, un tuffo in piscina, nel pomeriggio dibattiti e tavole rotonde. Dopo il tramonto yoga e serata in musica. Benvenuti al Villaggio Capalbio per il primo «Festival Nazionale del Naturismo Italiano », che si tiene questo fine settimana. Qui, negli Stati generali del naturismo, aperti ad associazioni e singoli, si chiede una legge nazionale che riconosca questa pratica in spiagge dedicate. Sono più di un milione i naturisti italiani. In Europa 30 volte tanto. Negli Usa 40 milioni. Ogni estate prenotano un aereo in cerca di oasi disposti ad accoglierli. In Germania ce ne sono circa 200. Altrettante in Francia e Croazia. In Austria 50 e in Spagna 230. In Italia a malapena una trentina tra fiumi, campeggi e aree verdi. Mentre le spiagge ufficiali si contano sulle dita di una mano. Ma qualcosa sta cambiando anche da noi. «A febbraio in Veneto siamo riusciti a far approvare una legge regionale di «valorizzazione e riconoscimento del naturismo», racconta Daniele Bertapelle, agente di commercio e presidente sezione Veneto dell'Anaa. «Ho cominciato per caso a praticare in un centro termale in Austria, ero un ragazzo e da allora un costume non l'ho mai indossato». Gli fa eco Rosa Vedovato, impiegata dai capelli biondi tagliati cortissimi: «La prima frase che di solito dice chi si leva i vestiti è «Se lo avessi provato prima!» «. Sempre dal Veneto arrivano Giovanni e Lina, affetti da sordità, che grazie al naturismo si sono conosciuti e sposati. Molti di loro andranno in Croazia, dove nove nudisti su dieci sono italiani. «Un'altra occasione persa per il turismo», dichiarano in coro. Li conforta Luigi Lacquaniti, deputato di Sel che ha appena presentato una proposta di legge per il riconoscimento della pratica del naturismo: «L'obiettivo, senza pestare i piedi alle Regioni, è di non perdere il potenziale patrimonio dei naturisti stranieri pronti a venire in vacanza sulle nostre spiagge». Ha un'allegria che conquista Stefano Daniele, a capo dell'Anab (Associazione naturista abruzzese). Occhialini e barbetta, Daniele ad agosto scorso è riuscito a far approvare in tempo record una legge regionale che «promuove il naturismo come pratica sana e lodevole». Ma la sua battaglia non è finita. «Abbiamo individuato le spiagge di Roseto, Ortona, Torino di Sangro e Vasto ora aspettiamo l'autorizzazione definitiva dei sindaci. Intanto abbiamo perso le prenotazioni di un aereo di canadesi perché volevano la garanzia di una spiaggia autorizzata». A bordo piscina c'è Jean Pascal Marcacci, avvocato penalista e capo dell'Aner (Associazione naturista Emiliano Romagnola). È un gigante dalla voce grossa: «Io a una legge nazionale non ci credo più, punto alla depenalizzazione dell'articolo 726 del codice penale (atti contrari alla pubblica decenza) perché chiunque può usarlo contro di noi». E non solo. «Non vogliamo essere relegati in una riserva come animali ma avere diritto ad un'area semplicemente segnalata». Ad organizzare il Festival di Capalbio ci ha pensato Carlo Alberto Castellani, editore della rivista "Vita Naturista". La prima sera era così stressato che gli è venuta la febbre e ha ancora gli occhi lucidi: «Cerchiamo di far capire agli operatori turistici che il naturismo è un'occasione di business soprattutto. Molti sono a Capalbio per sondare il terreno». Uno che c'è riuscito è Davide Quaranta, proprietario del Villaggio del sole, nel Monferrato. «Abbiamo realizzato un luogo con strutture in materiali eco compatibili. Da noi arrivano olandesi e sempre più russi». Un'altra storia da raccontare è quella di Francesco De Gennaro, a capo di Uni Campania. Sulla guancia ha una cicatrice: «La vede questa? È il morso di un nudista che nell'oasi di Marina di Camerota non si comportava bene e, dopo che l'ho ripreso, mi ha aspettato sotto casa. Per noi è importante far comprendere che i naturisti sono famiglie, persone attente alla natura che le spiagge le puliscono anche dei resti dei tessili (chi si copre con la stoffa, ndr ) ».
Il Giunco del 18 maggio 2014 - Si chiude oggi il festival naturista di Capalbio
CAPALBIO – Si chiude oggi, dopo tre giorni di festa, il primo festival naturista che si è svolto al villaggio Capalbio resort. Per tre giorni gli apassionati della pelle nuda di tutto il mondo si sono dati appuntamento sulle spiagge della piccola Atene.
Non solo mare però per i nudisti che si sono dati appuntamento a Capalbio. Chi ha voluto è potuto restare nudo in albergo, o per fare sport o ancora per partecipare a trattamenti benessere e rilassanti. 200 le persone che hanno scelto di partecipare a questo primo raduno mondiale. Ci sono single e coppie ma anche intere famiglie con figli al seguito.
Insomma la musica è cambiata da quando ad Alberese i naturisti venivano alla zittina, seminascosti e sempre a rischio di una denuncia. Adesso gli aderenti a questa filosofia di vita possono praticare il nudismo senza troppi rischi in spiaggia ma non solo. Come già avviene in altri paesi d’europa, dove ci sono interi villaggi turistici dedicati a chi preferisce vivere in tenuta adamitica.