nudomark ha scritto:
Ricordo che la legge a cui si può far capo in Lombardia prevede solo la cartellonistica
A dire il vero la L.R. Lombardia 27/2015 "riconosce il turismo naturista, nel rispetto delle persone, della natura e dell'ambiente circostante, purché praticato in aree, spazi e infrastrutture appositamente destinati, delimitati e segnalati con appositi cartelli o con altri efficaci mezzi di segnalazione"
Quindi oltre alla cartellonisica occorre, alla lettera, che gli spazi siano DELIMITATI. Non è chiaro se voglia dire recintati o altro. Per uno spazio o un'attività privata nessun problema, però la cosa può creare contenziosi in aree pubbliche. Inoltre in che senso devono essere APPOSITAMENTE DESTINATI? Chi stabilsce la destinazione e con che procedura?
Sembra che tutte le normative sul naturismo in Italia soffrano di timidezza: si consente qualcosa ma si lasciano "vie di fuga" per limitarne l'applicazione, in attesa di cogliere cosa ne penserà l'opinione pubblica.
In fondo basterebbe una regola essenziale, una spiaggia, un camping, un B&B naturista dovrebbero seguire le stesse norme dei loro corrispettivi tessili perchè al loro interno avvengono esattamente le stesse cose. Basterebbe che fossero segnalate (a seconda dei casi nella ragione sociale, con cartelli, negli orari di una piscina ecc) per evitare equivoci e per convivenza civile.