COMUNICAZIONE AGLI UTENTI DEL FORUM

Il forum è stato per molti anni uno strumento di partecipazione e dibattito, che ha svolto un ruolo di testimonianza, raccogliendo contributi interessanti da parte di soci e simpatizzanti. Di questo dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alle discussioni e in particolare i moderatori che negli anni hanno contributo a mantenere vivo questo luogo di incontro virtuale.

Siamo però convinti che oggi ci siano strumenti comunicativi maggiormente efficaci e che la “storica” concezione di forum debba essere superata.

Fermo restando che A.N.ITA. resta aperta agli stimoli che giungono dai soci, crediamo che questo confronto, per non essere fine a sé stesso e per poter essere costruttivo, debba essere riportato in altri ambiti di discussione, che su richiesta andremo appositamente ad organizzare.

Vogliamo trasformare il forum in un luogo di approfondimento culturale, uno strumento di crescita associativa capace di proporre stimoli e argomenti di riflessione.

Anni di storia associativa passati attraverso il forum non andranno comunque persi. Andremo a organizzare gli “scaffali della memoria associativa” dove chi lo vorrà potrà rileggere discussioni sulle tante tematiche di cui abbiamo discusso e ci siamo confrontati.

Ti invitiamo a visitare le “Piazze d’Arcadia”, il nuovo luogo di incontro del pensiero Naturista: https://www.italianaturista.it/piazze-di-arcadia

Censura artificiale

Informazioni su cosa è il naturismo, discussioni su aspetti e problematiche inerenti la pratica naturista. Articoli, video, recensioni su libri inerenti al naturismo e alla pratica naturista.
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emmeicsics
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Censura artificiale

Messaggio da emmeicsics » 25/01/2019, 16:48

Non è il caso di parlare di intelligenza quando si usa la tecnologia per censurare la nudità.

I 2 spiritosi blogger di Naked Wanderings hanno fatto un esperimento utilizzando un software in grado di classificare la nudità delle immagini. Hanno così sottoposto a questo sistema foto di diverso tipo e con vari livelli di nudità: uomini o donne vestiti, nudi, a torso nudo, gruppi di persone, animali, opere d'arte. I risultati sono interessanti e divertenti:
Is it nude? Fun with censorship (È nudo? Divertiamoci con la censura, in inglese ma la classificazione delle foto è comprensibile.)

ciao
Massimo
luzypan
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Iscritto il: 29/08/2017, 10:06

Messaggio da luzypan » 28/01/2019, 13:25

emmeicsics ha scritto:Non è il caso di parlare di intelligenza quando si usa la tecnologia per censurare la nudità.

La censura non è mai stata figlia dell'intelligenza. Ma di certo la deresponsabilizzazione dell'atto censorio ha portato alla schizofrenia attuale. In un certo senso è quel che accade anche in ambito naturista: il concetto di "nudo per il nudo" lascia spazio al "nudo in funzione di". Se c'è una funzione altra il nudo è accettato e come tale catalogato e regolamentato. Se non c'è funzione identificabile il nudo non ha senso a esistere e quindi rientra nella censura a priori.

In arte accetti il nudo come espressione artistica; la censura interviene sui minori quando le immagini sono realistiche o esplicitamente sessuali; mentre sul web l'impossibilità di discernere tra un nudo artistico, pornografico o naturista determina la censura a priori. Ma il Web non è solo Fb!

Nella televisione e nel cinema, che oggi sono anche Web, esistono tuttora le famigerate "commissioni censura" dove si opera ancora su base ideologica.

Assistiamo quindi a film in cui qualcuno si leva da un letto e copre la propria nudità in funzione del pubblico, non della trama o sceneggiatura, il che determina una identificazione del nudo naturista (il dormire nudi è un atto naturista) come qualcosa di non ancora accettabile dalla società; al contrario un nudo in funzione sessuale è oggi ampiamente accettato e legittimato sia nel cinema che nella televisione.

Il punto allora è che il nudo per il nudo non esiste; esiste semmai il nudo nella funzione naturista. Il nudo per il nudo esiste delle specie animali, non tra esseri umani.

Il nudo naturista ha funzioni precise e se queste fossero discusse pubblicamente porterebbero all'accettazione e legittimazione della nudità integrale.

Insomma il problema è sempre nostro, naturista.
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paolobolsena
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Messaggio da paolobolsena » 28/01/2019, 16:35

Molto vero e molto interessante il discorso sul cinema, il pudore in funzione del pubblico e la censura dedicata. Mi viene in mente qualche battuta della serie Boris quando dovevano girare scene di nudo per la tv, o Silvano Agosti che anni fa mi parlava di quando Irene Papas non ne voleva sapere di star nuda davanti alla telecamera per un film, questione risolta rimanendo tutti nudi assieme a lei. Una dicotomia tra pudore privato, risolvibile con la nudità integrale della troupe, e pudore cinematografico, che assume connotati e caratteri completamente diversi sia in chi assiste sia in chi gira quelle scene.

Non vorrei finire off topic, ma visto il primo messaggio del thread, direi che potremmo forse identificare una opportunità di intervento "filosofico/politico" nella dicotomia "privato / rappresentato" che oggi con Internet è plateale.
Se il cinema è per sua natura (spesa, distribuzione) figlio di numerosi filtri industriali, quanto accade online invece è molto più spesso diretto e privo di moderazione, e in questo senso non solo più "vero" (passatemi il termine) ma meno prevedibile. Chi mai si spoglierebbe in una spiaggia, o comunque in un contesto sociale o persino semplicemente all'aperto, ha molti meno problemi a farlo, anzi, nel farlo online, con foto e video. Esiste tutta una nuova cultura della rappresentazione nuda di sé (e quindi sessuale) che parte dalle nuove generazioni e sta facendo a fette gli ultimi parametri del concetto di privacy del mondo precedente. Assai minoritaria, mostra tutti i segni di un movimento in crescita in tutte le fasce di età (da tumblr a reddit, da youtube a xhamster, da tinder a chaturbate e via dicendo).

La diversità è che lo spogliarsi in un contesto sociale come una spiaggia non ha in sé alcuna connotazione sessuale (a meno che uno non ce la voglia mettere per forza, ma allora può assumerla anche provarsi un paio di pantaloni in un camerino o spremere un'arancia), mentre farlo nell'ambito di una rappresentazione e quindi con una finalità specifica di comunicazione nasce proprio da una necessità di quel tipo.
Sarebbe interessante far notare come chi critichi il nudo in spiaggia accettando però che il porno amatoriale sia liberamente accessibile in rete in realtà sia un, come definirlo?, libertino illiberale. Come definizione può non sembrare di grande impatto (non lo è) e magari se ne possono trovare di migliori (sicuramente), ma evidenzia una contraddizione pazzesca, figlia di un assoluto fraintendimento non della nudità ma della comunicazione, del pudore e di cosa significhi per la propria identità e con tutto il peso di questo termine lo stare, l'esserci, in presenza di altri.

Un libertino illiberale è un individuo infelice e privo di compassione che sfrutta questa dicotomia per plasmare il mondo secondo un'etica sessuale e magari anche commerciale, sacrificando a questa qualsiasi ipotesi liberale o libertaria. In altre parole la rappresentazione mediatica o elettronica avviene con una modalità di deresponsabilizzazione generale a cui ci si contrappone con meccanismi di censura, che è come girare con un tappo in una nave che affonda mettendolo una volta in un buco una volta in un altro dicendo però che ha un senso. Per assurdo la censura, del tutto inefficace e come notava Massimo persino più ridicola che in passato, diventa rappresentazione maldestra proprio di ciò che vorrebbe censurare, causando una deresponsabilizzazione generale che rende possibile la nudità (sessuale) in ogni luogo basta che sia diverso dalla presenza fisica reale. Perché quella, la presenza, implica responsabilità (e per questo può esprimere libertà) e magari contenzione. Nulla come la responsabilità individuale è oggi demodé.

Se vogliamo, per tornare sia al discorso censura che all'intervento di luzypan, il nostro avversario non è tanto chi non coglie l'aspetto liberario o salubre ecc. del naturismo ma chi ritiene che il problema del nudo sia il nudo quando invece l'unico vero problema è la responsabilità personale, che non può evolversi in un contesto sociale (non solo italiano) in cui la libertà individuale sia soltanto un accessorio.

Tutta questa pippa, di cui mi scuso, davvero eccessiva, credo possa però esserci utile a comprendere l'ampiezza di quello che c'è in gioco quando parliamo di naturismo. A volte, per ragioni ovvie e comprensibili che pure condivido, rischiamo di credere che le spiagge siano la frontiera del discorso.
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