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da Alelid » 25/12/2018, 12:14
Ho provato a rileggere la versione catalana e anche senza aver compreso tutto, sia per la lingua che per i riferimenti legali, mi pare ci siano alcuni aspetti su cui riflettere.
Come già detto, si tratta della risposta del difensore civico a quesiti posti dalle associazioni naturiste catalane (facenti parte della federazione spagnola e di INF), a partire dalla considerazione che il naturismo in Spagna non è proibito ma che le normative comunali non sono omogenee, che non c'è tutela e promozione del naturismo e non ci sono zone riservate ai naturisti.
La premessa è scritta molto bene, potrebbe essere copiata pari pari per promuovere il naturismo.
Per inquadrare il problema viene narrato che nela sola Catalogna ci sono oltre 60 spiagge di tradizione naturista, che ciò nonostante non si intende limitare il naturismo in quei luoghi, che i tessili possono stare nelle spiagge naturiste mentre invece alcuni Comuni multano i naturisti nelle spiagge senza tradizione naturista, che il naturismo è una pratica familiare e quindi è scorretto indicare le spiagge tessili come "per famiglie" o prendere a pretesto la presenza di bambini per proibire il naturismo. Si evidenzia la necessità di soluzioni alla presenza di molestatori che limitano la libertà delle donne nelle spiagge naturiste. Si esamina il problema dei luoghi di lavoro e dei lavoratori nelle spiagge naturiste ai quali non può essere imposto di essere naturisti.
Di seguito una sezione discute il rapporto tra naturismo e libertà di espressione alla luce della Costituzione spagnola e dei trattati internazionali. Sono esaminate la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo nel caso Gould e varie sentenze spagnole. Questa parte è la più complessa per l'uso di un linguagio tecnico giuridico, ma in sintesi si sostiene che il naturismo è lecito ma che la sua regolamentazione non è discriminatoria perchè non ha ancora una grande accettazione sociale e per assicurare la convivenza di tutti in luoghi pubblici come le spiagge.
Il parere del difensore civico quindi è che il naturismo è un'ideologia che merita tutela nello spazio pubblico e privato ma che può essere limitato ma senza fare discriminazioni su presupposti di tipo religioso o culturale. Osserva ad esempio che visto che il topless è legale, è discriminatorio nei confronti delle donne vietarlo nelle piscine pubbliche.
Il problema è individuato nella disomogeneità delle denominazioni e segnalazioni (spiaggia naturista-nudista-tradizionalmente naturista-preferibilmente nudista ecc).
Sostiene che non vanno contrapposte spiagge familiari e naturiste, che va tutelata la tranquillità delle donne e che anche nelle spiagge naturiste dovrebbero esserci i servizi essenziali (bagni, docce ecc) e attività commerciali con uso non limitato ai tessili in quanto l'attuale varietà di situazioni genera insicurezza ai naturisti sulla legittimità della loro pratica e tende a stigmatizzare il naturismo.
Le conclusioni sono quelle già viste:
"1. Tutti i consigli della Catalogna devono rivedere la regolamentazione del nudismo nelle rispettive ordinanze comunali, in conformità con i criteri e le raccomandazioni di questa risoluzione.
2. Dal momento che le persone nudiste non si trovano in condizioni di uguaglianza con i bagnanti tessili, si deve fare una discriminazione positiva nei confronti di questo gruppo, quindi disponendo aree di uso preferenziale per il nudismo in cui viene data una difesa e promozione attiva attraverso l'adozione delle misure che i Comuni ritengono opportune.
3. Tutti i Comuni devono stabilire una denominazione uniforme che delimiti le aree di preferenza per il nudismo e che assicurino che in queste aree il diritto delle persone a praticarlo sia rispettato in ogni momento.
4. È necessario garantire che la pratica del nudismo sia garantita sulle spiagge preferibilmente nudiste con le giuste condizioni e servizi.
5. Devono essere prese misure per garantire che le donne che vanno sole sulle spiagge di una tradizione nudista godano di tranquillità ed per evitare la presenza di molestatori in queste aree.
6. Il difensore civico catalano raccomanda di cogliere l'opportunità di adottare misure informative per promuovere l'uso delle spiagge per nudisti preferibilmente da parte di questo gruppo, invece di applicare sanzioni a chi pratica il nudismo su spiagge non nudiste."
Ora, confrontato alla situazione italiana, tutto questo sembra ottimo. Però, visto che in Spagna il naturismo/nudismo non è comunque vietato, mi pare un evidente passo indietro rispetto la situazione esistente.
Date le premesse molto favorevoli al naturismo, mi sarei aspettato che fosse risposto che tutti i luoghi di balneazione pubblica sono a disposizione di tutti, tessili e naturisti. Poi, i Comuni che avessero voluto tutelare i tessili che non vogliono correre il rischio di avere naturisti vicini, avrebbero potuto riservare loro alcune aree, tuttavia (per evitare discriminazioni nei confronti degli altri) solo alla condizione che tra le aree a disposizione di tutti ce ne fossero di altrettanto accessibili, sicure e dotate di servizi per famiglie, donne sole, disabili ecc. Questo per evitare che ai naturisti rimangano solo scogliere remote e impraticabili.
Alessandro e Lidia