COMUNICAZIONE AGLI UTENTI DEL FORUM

Il forum è stato per molti anni uno strumento di partecipazione e dibattito, che ha svolto un ruolo di testimonianza, raccogliendo contributi interessanti da parte di soci e simpatizzanti. Di questo dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alle discussioni e in particolare i moderatori che negli anni hanno contributo a mantenere vivo questo luogo di incontro virtuale.

Siamo però convinti che oggi ci siano strumenti comunicativi maggiormente efficaci e che la “storica” concezione di forum debba essere superata.

Fermo restando che A.N.ITA. resta aperta agli stimoli che giungono dai soci, crediamo che questo confronto, per non essere fine a sé stesso e per poter essere costruttivo, debba essere riportato in altri ambiti di discussione, che su richiesta andremo appositamente ad organizzare.

Vogliamo trasformare il forum in un luogo di approfondimento culturale, uno strumento di crescita associativa capace di proporre stimoli e argomenti di riflessione.

Anni di storia associativa passati attraverso il forum non andranno comunque persi. Andremo a organizzare gli “scaffali della memoria associativa” dove chi lo vorrà potrà rileggere discussioni sulle tante tematiche di cui abbiamo discusso e ci siamo confrontati.

Ti invitiamo a visitare le “Piazze d’Arcadia”, il nuovo luogo di incontro del pensiero Naturista: https://www.italianaturista.it/piazze-di-arcadia

L'Europa nudista si riveste

Informazioni su cosa è il naturismo, discussioni su aspetti e problematiche inerenti la pratica naturista. Articoli, video, recensioni su libri inerenti al naturismo e alla pratica naturista.
emmeicsics
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L'Europa nudista si riveste

Messaggio da emmeicsics » 19/09/2018, 19:02

Articolo dell'Economist in cui si descrivono i molti segnali di una diminuzione delle attività nudiste in Europa:

The Economist del 30/08/2018 - Naked Europe covers up.
Se il link non dovesse essere accessibile, l'articolo è riportato anche qui: The Discerning Nudist del 03/09/2018 - Naked Europe covers up
(in english)

Nulla di nuovo, l'articolo ha raccolto una serie di statistiche, sondaggi, impressioni in quei paesi (soprattutto del Nord-Europa) in cui le attività nudiste sono più diffuse: l'immigrazione, gli smartphones, i social, la pornografia facilmente disponibile stanno cambiando il modo in cui l'immagine di sé e degli altri, e quindi anche la nudità, vengono percepite e giudicate dalla società nel suo complesso.

ciao
Massimo
Ultima modifica di emmeicsics il 19/09/2018, 23:08, modificato 1 volta in totale.
raggiogiallo
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Messaggio da raggiogiallo » 19/09/2018, 22:26

E' uno spunto di riflessione interessante, anche se non mi riesce di trovare numeri o stime ufficiali sui quali si fondano le argomentazioni esposte.

Sicuramente su una cosa posso essere assolutamente d'accordo: la realizzazione della rete internet ha introdotto enormi cambiamenti nella percezione dell'immagine di noi stessi e degli altri, e della maniera in cui la veicoliamo e ci relazioniamo in base ad essa. E' una delle caratteristiche più importanti delle società occidentali introdotte dagli anni 2000.
A parte l'immigrazione (e forse in parte anche quella! ma non è argomento pertinente) smartphone, social network e pornografia gratis con accesso senza controllo sono tutti seguiti alla realizzazione della rete internet, a cui la classe dirigente della classe media delle nostre società non ha dato che pochi elementi di regolamentazione. Per ora è qualcosa di molto vicino al Far West dell'800.
Tutti e tre questi prodotti (smartphone, social e porno), ma in particolare la pornografia libera senza controllo, stanno erodendo la percezione della nudità come indipendente e slegata dal sesso quale essa è prevalentemente: basta cercare su tutti i maggiori motori di ricerca (google, bing, yahoo, etc...) la parola nudità, ma anche nudismo o naturismo (e i loro equivalenti in altre lingue) e vedremo comparire immagini e siti pornografici a non finire.
Questo è un immenso danno, che come dicevo sta erodendo soprattutto la percezione delle generazioni più giovani. Le soluzioni ci sono ma vanno attuate, e richiedono una azione della classe dirigente e politica. La pornografia va normata su internet (luogo virtuale) come avviene in qualsiasi altro mezzo di comunicazione (si pensi che in TV non si possono nemmeno dire parolacce nella fascia protetta per capire che disparità esiste) e come avviene in qualsiasi altro luogo fisico reale: l'accesso non deve essere libero, ma sottoposto a criteri di verifica dell'identità per la maggiore età (come si fa con gli acquisti su internet legati a un conto) e possibilmente non gratuita. Forse così finalmente internet comincerà ad assomigliare di più ad una opportunità di migliorare le relazioni umane, e non ad un luogo di degrado del comportamento.
Anche i social network e gli smartphone creano problemi: i social spesso fanno gettar via malamente il rispetto che con tanta difficoltà lo stare insieme agli altri faccia a faccia ci dovrebbe aver insegnato sin da piccoli; gli smartphone ci incalzano in una percezione di una immagine pubblica da mostrare e continuamente aggiornare, in cui la nudità trova ovviamente poco spazio in quanto poco vendibile se non in sè e per sè (quando siamo nudi siamo più semplici e diretti, veicoliamo poco una immagine artefatta o singolare, ed il naturismo è qualcosa che si sente più che vedersi). Anche in questo caso bisognerebbe trarre via dalla completa anarchia questi prodotti: coi social, il caso della vendita dei dati da parte di FB sembra aver finalmente introdotto il tema del controllo degli stati su queste piattaforme, che debbono avere anch'esse le regole morali della società reale. Sugli smartphone... finalmente alcune scuole stanno iniziando a vietarli a lezione. Il nostro rapporto con questi strumenti va ripensato anche in chiave etica e sociale, e non affidato totalmente al mercato con i risultati distorsivi che purtroppo vediamo anche sul naturismo.
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Messaggio da cescoballa » 20/09/2018, 8:03

raggiogiallo ha scritto:E' uno spunto di riflessione interessante, anche se non mi riesce di trovare numeri o stime ufficiali sui quali si fondano le argomentazioni esposte.

Sicuramente su una cosa posso essere assolutamente d'accordo: la realizzazione della rete internet ha introdotto enormi cambiamenti nella percezione dell'immagine di noi stessi e degli altri, e della maniera in cui la veicoliamo e ci relazioniamo in base ad essa. E' una delle caratteristiche più importanti delle società occidentali introdotte dagli anni 2000.
A parte l'immigrazione (e forse in parte anche quella! ma non è argomento pertinente) smartphone, social network e pornografia gratis con accesso senza controllo sono tutti seguiti alla realizzazione della rete internet, a cui la classe dirigente della classe media delle nostre società non ha dato che pochi elementi di regolamentazione. Per ora è qualcosa di molto vicino al Far West dell'800.
Tutti e tre questi prodotti (smartphone, social e porno), ma in particolare la pornografia libera senza controllo, stanno erodendo la percezione della nudità come indipendente e slegata dal sesso quale essa è prevalentemente: basta cercare su tutti i maggiori motori di ricerca (google, bing, yahoo, etc...) la parola nudità, ma anche nudismo o naturismo (e i loro equivalenti in altre lingue) e vedremo comparire immagini e siti pornografici a non finire.
Questo è un immenso danno, che come dicevo sta erodendo soprattutto la percezione delle generazioni più giovani. Le soluzioni ci sono ma vanno attuate, e richiedono una azione della classe dirigente e politica. La pornografia va normata su internet (luogo virtuale) come avviene in qualsiasi altro mezzo di comunicazione (si pensi che in TV non si possono nemmeno dire parolacce nella fascia protetta per capire che disparità esiste) e come avviene in qualsiasi altro luogo fisico reale: l'accesso non deve essere libero, ma sottoposto a criteri di verifica dell'identità per la maggiore età (come si fa con gli acquisti su internet legati a un conto) e possibilmente non gratuita. Forse così finalmente internet comincerà ad assomigliare di più ad una opportunità di migliorare le relazioni umane, e non ad un luogo di degrado del comportamento.
Anche i social network e gli smartphone creano problemi: i social spesso fanno gettar via malamente il rispetto che con tanta difficoltà lo stare insieme agli altri faccia a faccia ci dovrebbe aver insegnato sin da piccoli; gli smartphone ci incalzano in una percezione di una immagine pubblica da mostrare e continuamente aggiornare, in cui la nudità trova ovviamente poco spazio in quanto poco vendibile se non in sè e per sè (quando siamo nudi siamo più semplici e diretti, veicoliamo poco una immagine artefatta o singolare, ed il naturismo è qualcosa che si sente più che vedersi). Anche in questo caso bisognerebbe trarre via dalla completa anarchia questi prodotti: coi social, il caso della vendita dei dati da parte di FB sembra aver finalmente introdotto il tema del controllo degli stati su queste piattaforme, che debbono avere anch'esse le regole morali della società reale. Sugli smartphone... finalmente alcune scuole stanno iniziando a vietarli a lezione. Il nostro rapporto con questi strumenti va ripensato anche in chiave etica e sociale, e non affidato totalmente al mercato con i risultati distorsivi che purtroppo vediamo anche sul naturismo.
Come non essere d'accordo con Raggiogiallo ;) ;)
Francesco Ballardini
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giampi
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Messaggio da giampi » 20/09/2018, 8:33

Non entro nel merito delle considerazioni di Raggiogiallo, che condivido, ma mi limito a una considerazione sulla presunta diminuizione di numeri.
Una ricerca fatta l'anno precedente, seria, che trovate sul nostro sito, dice tutt'altro. Dare dei numeri per fare notizia è pratica diffusa nel giornalismo che le notizie le brucia in un giorno. Può anche darsi (ma non ho dati certi e quelli di cui sopra, pur non di quest'anno, mi dicono altro) che ci siano meno pernotti nei terreni Naturisti, ma di contro, in Italia, stiamo riuscendo a ottenere nuove spiagge Naturiste. Spesso queste autorizzazioni stanno arrivando su iniziativa comunale e su spinta di operatori turistici.
Nel nostro piccolo, A.N.ITA. registra nel 2018 un aumento dei soci, che per fine anno potrebbe attestarsi intorno al 10%, con oltre il 30% di nuovi iscritti.
Ci manca poi di contattare e convincere ad iscriversi quel 95% di Nudisti che stanno sulle spiagge libere e non hanno mai sentito l'esigenza di iscriversi a nessuna associazine Naturista.
Sto dando dei numeri, alcuni puntuali altri a caso. Non sto parlando di contenuti, come ha fatto Raggiogiallo e come fanno altri iscritti a questo forum, che invece è l'elemento importante per una crescita culturale del Movimento Naturista.
In un mondo fatto di informazione mordi e fuggi, A.N.ITA. sta iniziando un percorso/lavoro sull'informazione, intesa come approfondimento cuturale. Chi vuole darci una mano mi scriva a presidente@naturismoanita.it

ciao
giampi
Giampietro Tentori - Presidente A.N.ITA.
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Alelid
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Messaggio da Alelid » 20/09/2018, 9:30

In Italia a proposito di giornali che danno i numeri abbiamo questo articolo:
https://www.lavocedeltrentino.it/2018/0 ... l-nudista/
L'articolo dell'Economist mi pare un po' superficiale (saune tedesche divise per sesso? mah!), ma sintetizza una serie di notizie che circolano sulla stampa internazionale e discusse in molti forum naturisti all'estero. Ci sono anche articoli più tecnici di esperti di turismo, se li ritrovo indico i link.
Da una parte quasi tutti concordano sulla crisi del club naturista come inteso sopratutto nel mondo anglosassone, ovvero un posto privato solitamente di proprietà di una cooperativa di naturisti, frequentato da soci che pagano una quota annuale. In Gran Bretagna ce ne erano più di 80 e molti stanno chiudendo sopratutto perchè i soci stanno invecchiando e non c'è ricambio generazionale.
Poi la notizia che molti camping croati si stanno "tessilizzando" come detto da altre parti. In Spagna invece molti osservano che ci sono meno naturisti nelle spiagge dove erano tradizionalemente numerosi, pare ad esempio che la spiaggia naturista di Barcellona sia praticamente scomparsa.
Sembra invece in controtendenza la Francia, infatti è stata data ampia notizia alle maggiori presenze nei camping di una certa proprietà. Tanto che in un forum un francese ipotizzava che si trattasse di una idea pubblicitaria che sfruttava anche la fortuna di altre iniziative come gli eventi nei musei e parchi.
Molti infatti evidenziano che altre forme di naturismo (ristoranti, camminate, palestre, manifestazioni in bicicletta ecc) stanno incontrando grande successo in particolare tra i giovani.

Riguardo invece alle osservazioni di Raggiogiallo, vedo queste cose con sfumature un po' diverse.
Internet ha favorito lo scambio di informazioni e la connessione tra persone (infatti siamo qui) però ha rafforzato l'idea del legame tra naturismo e sesso anche contro le intenzioni di chi ne parla. Gli elenchi delle spiagge si trovano anche nei siti di chi cerca sesso e le foto naturiste sono una categoria dei siti pornografici. Per questo anche qui è stato sottolineato che non va mai data l'impressione che certe presenze siano tollerate, tuttavia ci sarà sempre qualche balordo che si fa dei film e va nelle spiagge nudiste a "veder le donne nude".
La risposta dei social, per non riempirsi a loro volta di pornografia, è quella di vietare qualsiasi nudo compreso quello dipinto. Chi fa dei social il proprio mestiere gioca quindi sul filo del vedo e non vedo, compreso quella coppia di blogger che sostiene di girare il mondo naturista. I più giovani da una parte vedono quindi da una parte il porno, dall'altra gli influencer glorificati e "vestiti" e imitano questi ultimi anche se non si vedono fisicamente all'altezza dei propri modelli mediatici accumulando frustrazione.
Alessandro e Lidia
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paolobolsena
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Messaggio da paolobolsena » 20/09/2018, 11:01

Grazie per il bel thread, sebbene siano numeri difficilmente verificabili sarebbe quantomeno curioso se come diceva raggiogiallo in un mondo ruzzolante non cambiassero i paradigmi, le esigenze, le percezioni. Non saranno le dispute sulle virgole percentuali delle presenze nudiste o l'eccentricità transalpina a salvare il mondo antico. Forse ci può consolare per qualche tempo, ma credo che sia nell'esperienza di molti, in Italia e all'estero, il cambiamento in atto, come accennava Alessandro.

La formula del club o del camping naturista, il "vecchio naturismo" a cui pure siamo tanto affezionati perché ci siamo cresciuti dentro, è probabilmente datata e prossimamente cadaverica, che è la suggestione fondamentale dell'articolo. Il rischio, se si continua a battere la strada che conosciamo e che pure come spiegava il presidente qualche soddisfazione la sta dando a chi lavora bene, è di essere superati dai fatti e dal cambiamento. Se accadesse sarebbe del tutto naturale, probabilmente la "causa naturista" ha bisogno di nuove teste, teste giovani, che ragionino secondo direttrici che a un vecchietto come me sfuggono di certo.

Nella teoria politica infatti quando nel corso della battaglia si avverte che il fronte si è spostato altrove, per governare il cambiamento è necessario tornare ai fondamentali: perché siamo qui? Che stiamo facendo? Cosa vogliamo? Che futuro immaginiamo? A volte la "vecchia classe" è destinata a non sapere rispondere a queste domande, altre volte invece si smarca con creatività e proprio in forza della propria competenza può contribuire alle novità, mai guidarla però, altrimenti affonda.

Quello che stiamo capendo giorno dopo giorno è che il futuro non è nei recinti nudonaturisti.
E' l'unica strada battuta negli ultimi decenni, i risultati sono complessivamente scarsissimi, la percezione sociale del naturismo è macchiettistica ed anzi viviamo addirittura in un paese dove la più alta sanzione nel diritto civile può essere elevata a chi mostra il deretano e non, chessò, a chi va a 200 in autostrada.

La domanda che potremmo porci è appunto: quale futuro immaginiamo per il nudonaturismo? Possono sembrare solo parole, ma su questo io credo ci giochiamo tutto o quantomeno ci giochiamo la nostra partecipazione ad un futuro che comunque vada ci sarà, in un modo - magari non gradevole - o in un altro. Abbiamo tanto da portare in termini di esperienza, competenze, conoscenza e coscienza. Come traduciamo tutto questo in presenza durante il ruzzolamento del mondo?

(@raggiogiallo
Senza uscire off topic, anch'io mi sento confortato all'idea che internet possa essere delimitata e forgiata secondo i valori che riteniamo rilevanti. Ma è come credere che gli abeti da domani saranno blu invece che verdi. Non ci riesce la Cina, che utilizza i più avanzati sistemi di controllo e filtraggio, figuriamoci noi, storicamente poi la censura non solo non funziona ma si sa dove inizia e non si sa dove finisce.
Ciò che semmai dovremmo fare, almeno finché la scuola esiste, è sfruttarla per insegnare ai giovani cosa sia la bellezza, l'affettività e la curiosità, e dar loro domande da elaborare tra di loro affinché possano anche attingere al capitale esperienziale nostro per decodificare il nuovo mondo. L'educazione è l'unica via per seminare sul lungo periodo).
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sergino
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Messaggio da sergino » 20/09/2018, 17:41

Qui ci si sta addentrando in discussioni veramente interessanti e forse io non sono in grado di dare un contributo altrettanto valido, alla pari di chi mi ha preceduto.
Sebbene il post, nel suo titolo, si riferisca al "mutandamento" che starebbe avvenendo in Europa, noi qui rispondiamo anche con delle riflessioni profonde sul futuro che si prospetta per noi "smutandanti", qui da noi nel nostro "piccolo" paese (piccolo non solo per dimensioni fisiche e geografiche, ma per altro...), anche perchè concretamente pochi sono i parametri di confronto diretto e reale che si hanno con i naturisti degli altri paesi.
In occasione degli incontri internazionali, purtroppo la comunicazione su questi aspetti viene meno, segno che il "vecchio naturismo" non ha gli strumenti e forse la volontà, di guardarsi attorno, ma non è neppure capace di guardarsi dentro lasciando cadere, purtroppo, occasioni importanti di ritrovo, per uno scambio proficuo di pareri e visioni, di prospettive e di "sogni". Qui da noi (Italia) negli scorsi ultimi due anni si sono tenuti gli ultimi due Galà di nuoto internazionali... Occasione persa non solo per riuscire a portare sulla stampa la notizia degli eventi, ma appunto anche per lo scambio reciproco delle varie esperienze, segno che forse il naturismo "classico", quello famigliare dell'enunciato del 1974 di Cap D'Adge.... sia ormai arrivato veramente al capolinea...
Il prossimo mese di ottobre una nutrita squadra di soci A.N.ITA. (e pochi altri di altre piccole associazioni italiane), si recherà a Le Havre per il Galà 2019. Penso proprio di trovare la stessa situazione degli altri incontri internazionali, vi saranno si 300 naturisti di vari paesi che nuoteranno nudi all'insegna della sportività e dell'amicizia naturista, ma il tutto senza un'anima, se non quella scontata della fede che, presumibilmente trasmettendosi attraverso canali metafisici, dia per scontato che il naturismo si tramandi ai posteri per diritto divino...

Riprendendo e sottoscrivendo quanto afferma Paolo: "perché siamo qui? Che stiamo facendo? Cosa vogliamo? Che futuro immaginiamo?" direi proprio pure io di ripartire dai "fondamentali"...

Senza volerci assegnare grandi meriti, la nostra associazione (A.N.ITA.), sta cercando la strada ed ha iniziato anche a percorrerla mettendo a segno dei punti che saranno basilari per il futuro del naturismo, per dare una chiave di lettura all'esterno del nostro mondo, in merito al fatto che la normalità della nudità non debba scandalizzare più nessuno. Questi piccoli punti sono piccole cose come: "il nudo nell'arte"; "Balla coi nudi"; le "cene nudi"; ma anche il fallito tentativo di "Nudi al museo"... piccole cose, ma che cercano di affiancarsi alla visione "classica" del naturismo (non l'ho definita apposta "vecchia"), piccole cose che comunque segneranno il futuro del naturismo ne permetteranno la rinascita. Ci vogliono energie e queste arriveranno anche grazie all'aiuto ed al profondo dibattito che le persone, autrici di post come questi, saranno in grado di dare!
Sergio
Direttivo A.N.ITA.
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Messaggio da raggiogiallo » 20/09/2018, 21:04

Alelid ha scritto: Riguardo invece alle osservazioni di Raggiogiallo, vedo queste cose con sfumature un po' diverse.
Internet ha favorito...
Mi trovo molto in accordo con quanto scrivi. Le mie riflessioni sono state rivolte maggiormente ad individuare i problemi seguiti all'introduzione della rete internet e relativi prodotti. E' chiaro che vi sono anche molti aspetti positivi, che io per primo apprezzo, trovandomi qui a scrivere con voi.
E qui colgo l'occasione per rispondere anche a Paolo Bolsena: quanto dicevo su non si inquadra nel proibizionismo, ma nel minimo "morale" da introdurre nei luoghi e delle relazioni virtuali, che finora sono sfuggiti a qualsiasi tipo di regolamentazione strutturante che le assimilasse alla società reale, con le sue faticose conquiste in termini di diritti, equità, giustizia, rispetto. Certi siti continueranno ad esistere, ma potranno essere raggiunti solo previa certificazione dell'utente. Dal di fuori può sembrare scienza aerospaziale, in realtà è piuttosto semplice cambiare, perché questi luoghi virtuali nei quali pensiamo di agire in totale libertà sono in realtà già tutti creati e strutturati secondo scelte precise, che quindi possono essere cambiate, se c'è volontà. Il grande dominio di Google per esempio ovviamente spinge alla totale assenza di regole eque sia da un punto di vista fiscale sia da un punto di vista di vendita della pubblicità (la pornografia gratuita ad es. muove da sola una parte consistente delle ricerche internet offrendo enormi guadagni pubblicitari). Allora cosa mettiamo al centro? La sanità e la crescita della società, o il profitto delle società multinazionali di internet che detengono e accentrano uno schiacciante capitale finanziario? Gli stati sono molto in ritardo, solo recentemente la Comunità Europea ha iniziato timidamente a legiferare su queste tematiche. La Cina ci ha lavorato già a suo modo, e sfido comunque un giovane che non sia un hacker ad aggirare i vincoli. Una parte residuale riuscirà sempre a raggiungere ciò che è illecito, nel mondo reale come in quello virtuale, in Cina come altrove, questo è scontato, anzi già esiste il deep web dove si trova di tutto, ma neppure io -che sono quasi un nativo digitale - sono mai riuscito ad accedervi, è oltre la portata della maggior parte della popolazione. Non mi dilungo oltre perché mi dispiacerebbe uscire fuori tema in questa bella conversazione.

Ritorno invece più strettamente sul tema e non posso che condividere le opinioni di alelid e sergino: sicuramente riuscire a presentarsi sul nuovo mezzo di comunicazione di internet attraverso i suoi "canali" come le piattaforme dei social network è importante. Ma credo che sia importante soprattutto dal punto di vista dell'informazione: sia su cosa è il naturismo e le sue caratteristiche, sia sui luoghi e gli eventi dove si può viverlo. D'altra parte, e massimamente per il naturista, la qualità dell'esperienza reale dei luoghi, degli eventi e delle relazioni è quella che più di tutte conta. Se è positiva e ben posta, le persone fanno buona pubblicità anche solo parlando o ritornandovi.
Una cosa importante a tal proposito è la preferenza giovanile per luoghi "aperti" cioè non club esclusivi, e la varietà dell'offerta, come pure è stato detto.
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Messaggio da emmeicsics » 21/09/2018, 11:05

Dopo tutte le interessanti riflessioni arrivate in risposta all'articolo dell'Economist provo anch'io a dire la mia nonostante l'argomento sia vastissimo.

A me pare innanzitutto rilevante che un giornale come l'Economist si interessi del fenomeno nudismo/naturismo. Non è (ancora) un argomento da copertina ma stiamo parlando di una testata che ha una certa reputazione ed è letta con attenzione in tutto il mondo. Se non sono già usciti, mi aspetto a breve articoli simili anche sui magazine italiani (Espresso, Panorama, Sette, Il Venerdì, ecc.). Quindi meglio essere preparati.

La risposta più appropriata mi pare quella del Presidente che cerca di smontare le affermazioni dell'articolo, almeno per ciò che riguarda l'Italia.
I dati dell'articolo sono un po' generici ma argomentazioni simili relativamente al rivestirsi girano da anni su internet e sulla stampa.
Probabilmente la globalizzazione di certi fenomeni sta portando ad un'uniformità anche del costume per cui gli arretrati italiani si emancipano un po' mentre i più avanzati nord-europei si uniformano verso il basso.

Per ciò che riguarda il futuro, in particolare quello della comunicazione, avendo a che fare ogni giorno con 2 pre-adolescenti/adolescenti, mi sento di dire che credo siano piuttosto inutili certe prese di posizione ideologiche, senza offesa per chi le ha espresse o ci crede.
Anche se in linea di principio sono condivisibili, la realtà dei fatti è molto diversa, la popolazione più giovane ha altri punti di riferimento e modi di comunicare molto più complicati. I giovani da una parte utilizzano in maniera quasi ossessiva sistemi di comunicazione interpersonale molto diretti (whatsapp, telegram, ecc.), dall'altra subiscono molto il fascino di tutti i social in cui ostentare qualcosa. Youtube ed i video stanno sostituendo la televisione e youtube viene usato come motore di ricerca per reperire informazioni perché le immagini sono molto più immediate e dirette per informarsi.
Di tutto questo credo si debba tenere conto per impostare un piano di comunicazione per il futuro.
Per attirare i più giovani verso le attività naturiste/nudiste servono a poco siti, forum e facebook che sono per vecchi e molto vecchi. Bisogna spostarsi su instagram o sui social che andranno di moda la prossima settimana. È un lavoro molto faticoso che sarebbe più semplice se gestito da qualche giovane. Qualcuno sul forum e nella vita reale c'è, se crede veramente nel naturismo come diritto o come stile di vita o anche solo come occasione per socializzare, si faccia avanti.

ciao
Massimo
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Alelid
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Messaggio da Alelid » 21/09/2018, 13:17

Sicuramente l'Italia è un pochino in controtendenza, un paio di spiagge in più non sono poche e per quello che posso vedere da un osservatorio ristretto (avendo avuto poca possibilità di muovermi) quest'anno il Nido dell'Aquila era ancora più affollato. Gli eventi "non balneari" hanno successo, questo inverno ci saranno anche le serate termali in Toscana, tutti segnali che la nostra associazione si sta muovendo bene.
Quello che manca è il riscontro istituzionale, se si approfondisce un po' i camping in Croazia o in Francia, le leggi spagnole o portoghesi non sono solo il frutto del sentimento naturista della popolazione ma di precise scelte politiche che hanno puntato su questa forma di turismo. Forse hanno scelto il naturismo avendo poca fiducia in altre attrattive (Cap d'Agde era una palude, la Yugoslavia una dittatura...) ma da qui alle multe nostrane e ai "troppi nudisti" ce ne corre. A ben vedere anche le due nuove spiagge sarde sono il frutto di una nuova legge regionale e credo che si debba insistere su questo.
Poi certamente ha ragione Paolo a chiedere "perché siamo qui? Che stiamo facendo? Cosa vogliamo? Che futuro immaginiamo?" però ad esempio l'interessante evoluzione in corso nel Regno Unito è consentita anche da quella delle leggi.
Alessandro e Lidia
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